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RESPONSABILITÀ SANITARIA - Starbene, "Mio marito può prelevare il dna di nostro figlio per far eseguire un test di paternità?".

Starbene, n° 16 del 11.04.2016, articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone

Mio marito può prelevare il Dna di nostro figlio per far eseguire un test di paternità?
Temo che mio marito possa, un giorno, prelevare il Dna a mio figlio, di 8 anni, per fare un test di patermità, visto che ha dubbi sul fatto di essere suo padre. Può farlo liberamente? 

(in Starbene, n° 16 del 11.04.2016, Sportello dei diritti del paziente)

No, se non c'è il tuo consenso, visto che vostro figlio è minorenne ed entrambi esercitate su di lui la potestà genitoriale”, risponde Salvatore Frattallone, Avvocato del Foro di Padova. “La raccolta di un reperto per estrarre il Dna ed effettuare il test di paternità

è disciplinata dalla legge perché i dati ricavati sono estremamente sensibili, anche se non forniscono informazioni sullo stato di salute dell'interessato, ma solo dati sulla variabilità individuale. Dal campione biologico (capelli o saliva, per esempio) è possibile scoprire se una persona è figlia di un'altra (con un test di parentela), o se ha un certo antenato (con un test ancestrale). Entrambi gli esami rientrano nella nozione di test genetici e sono ammessi solo in precisi casi: per esempio, in corso di investigazioni messe in atto da un Avvocato penalista, oppure se richiesto da un legale come "prova" per difendere o far valere il diritto di un suo assistito in giudizio, purché si tratti di un diritto di rango almeno pari a quello della persona a cui appartiene il Dna. Proprio per questo, il test genetico non è effettuabile per il disconoscimento di paternità perché la Cassazione ha stabilito che il diritto di un figlio è di rango superiore a quello di un genitore. Tuo marito può richiedere l'eventuale esame del Dna di vostro figlio soltanto se avvia una causa sull'accertamento della filiazione". 

 

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