Internazionale

INTERNATIONAL TRADE - Roma, Convegno 19.05.2015: "Le aziende italiane nei Paesi ASEAN".

(Nelle foto 1 e 2, di Roberto Candido, da sinistra: l'Avv. Salvatore Frattallone, l'Ambasciatore del Vietnam Dott. Nguyen Hoang Long, l'Avv. Michaela Grazia Biasion).

Che cosa è ASEAN? Se ne è discusso al Roma-Eventi, il centro congressi di Piazza di Spagna ieri 19 maggio 2015 alla presenza di alcune tra le massime autorità dello Stato italiano (Benedetto Della Vedova, Sottosegretario di stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, e Carlo Calenda, Vice Ministro dello Sviluppo Economico, oltre a Enrico Letta, past premier italiano), del Segretario Generale di ASEAN Sua Eccellenza Mr. Le Long Minh e delle più alte cariche della diplomazia asiatica, nell’ambito di un evento promosso da Ministero dello Sviluppo Economico, da ITA-ICE e da Osservatorio Asia, cui hanno partecipato anche gli Avvocati Salvatore Frattallone e Michaela Grazia Biasion. ASEAN è l’acronimo della “Associazione della Nazioni del Sud-Est Asiatico”, sorta a Bangkok l’8 agosto del 1967 per iniziativa di cinque Stati– Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Thailandia – che volevano cercare di assicurare stabilità politica e sicurezza militare nell’area dell’estremo oriente, Dopo la pacificazione in Indocina e la condivisione di obiettivi di natura socio economica, nel 1999 è entrata nel sodalizio la Cambogia e, successivamente, le altre economie emergenti, Brunei, Vietnam, Laos e Myanmar. Si è portato così a compimento il progetto d’integrazione della regione, dapprima sul piano solo commerciale e dopo anche su quello della stabilizzazione del mercato dei cambi, dell’implementazione delle infrastrutture e dello sviluppo dei mercati finanziari.

Lungi dall’essere un unico Stato o un’unione politica, oggi i dieci Paesi ASEAN – che peraltro ancora conservano in capo a ciascuno di essi l’intera rispettiva sovranità, poiché occorre la firma di ogni membro perché si abbiano trattati internazionali validi e vincolanti – unitariamente considerati costituiscono uno dei modelli più avanzati di mercato globale, ispirato al modello europeo, con progressiva eliminazione delle barriere commerciali e dei dazi fra i rispettivi Stati, con l’obiettivo di giungere in tempi brevi a un sistema compiuto di armonizzazione normativa e fiscale. I quattro pilastri su cui si fonda ASEAN sono:
1) single market and production base (creare un mercato unico di beni di consumo e di fattori produttivi, finalizzato alla libera circolazione di beni, capitali e servizi, ivi compreso il lavoro qualificato, il c.d. skilled labour, con progressiva integrazione dei settori agro-industriali, aereo, automobilistico, elettronico, pesca, ligneo, sanitario, logistico);
2) competitive economic region (realizzare, sotto il profilo economico, una regione competitiva, sotto il profilo dei mercati finanziari, del trasporto di merci e persone, delle telecomunicazioni e delle infrastrutture, anche telematiche);
3) equitable economic development (assicurare un progresso equo dell’economia, sostenendo lo sviluppo delle PMI);
4) integration into the global economy (potenziare l’integrazione nel sistema economico globale, mediante accordi di libero scambio, i c.d. FTA regionali e globali).

Nel 1999 i Ministri delle Finanze dei Paesi ASEAN si sono riuniti, assieme a Cina, Corea del Sud e Giappone, in una città tailandese, sottoscrivendo il patto che dalla località ha preso il nome di “Chiang Mai Initiative”: dagli iniziali accordi bilaterali, volti alla stabilizzazione dei mercati finanziari (c.d. safety net), si è giunti, nel 2010, ad accordi multilaterali, sfociati nell’ASIAN PLUS 3 MACROECONOMIC RESERCH OFFICE (AMRO), che sovraintende all’economia dell’intera area dell’ Asia orientale, allo scopo di favorire, dopo che negli anni ’90 ha preso avvio il lungo processo di liberalizzazione del mercato dei capitali, la l’integrazione economico-finanziaria e di favorire gli scambi regionali. Complessivamente l’ASIAN ECONOMIC COMMUNITY (AEC) è una realtà economica di libero scambio tra Cina e Paesi ASEAN, basata su un mercato che supera i 631.500.000 di abitanti e che ha un tasso di crescita annuo del pil di oltre il 5%. Nei Paesi ASEAN, ove operano attualmente già 421 aziende italiane che hanno dimostrato vitalità, lungimiranza e dinamismo strategico, i maggiori fattori che favoriscono la delocalizzazione sono costituiti da: a) costi produttivi modesti, in particolare nel comparto dei beni strumentali e della trasformazione delle materie prime, oltreché in quello dei beni di consumo; b) situazione di stabilità politica, con assenza di problematiche militari o legate alla sicurezza; c) condizioni economiche migliorate, che incentivano gli investimenti stranieri; d) rete infrastrutturale in continua espansione, che beneficia di massicci investimenti finalizzati al poter distribuire ciò che si produce; e) crescita sostenibile ed esponenziale del mercato interno, con una classe media sensibile ai gusti europei e, in particolare, affascinata dal Made in Italy, nelle sue declinazioni principali della moda, della persona e dell’agroalimentare. Alla tavola rotonda, moderata da Monica Maggioni (Direttore di Rai News) hanno partecipato Licia Mattioli (Confindustria, Presidente del Comitato tecnico per l'Internazionalizzazione), Roberto Colaninno (Piaggio & c. SPA, Presidente e AD), Francesco Merloni (AristonThermo SPA, Presidente), Gianfranco Bisagni (Unicredit SPA, Vice Capo Direzione Corporate & Investment Banking), Nikhil Srinivasan (Assicurazioni Generali SPA, Group Chief Investment Officer) e Maurizio Tamagnini (Fondo Strategico Italiano, AD). L'Italia ha forti legami commerciali con i Paesi ASEAN e l'occasione è stata propizia per sottolineare lo straordinario interesse delle imprese e del Governo italiano per il solido mercato del sud-est asiatico, che offre - sotto la garanzia di ampie liberalizzazioni e della "rule of the law" - diversificate opportunità d'investimento e di affari di enormi proporzioni.

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