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INTERNATIONAL TRADE - Investire all'estero: doing business in Georgia.

Publié par Avv. Salvatore Frattallone. Publié dans Commercio internazionale

Perché lo Stato caucasico della Georgia dovrebbe essere interessante per un imprenditore italiano? Quali sono, attualmente, i contesti politico ed economico di quella che fu l'antica Colchide, divenuta nel corso del tempo uno dei principali corridoi di uomini, merci e idee lungo la via della seta e dal 1991 affrancatasi dalla soggezione all'Unione Sovietica? A queste e ad altre domande lo Studio Frattallone & Partners, specializzato in International Business Law, cercherà qui di fornire una sintetica risposta. 

Il presidente Margvelashvili e il premier Irakli Garibashvili - esponenti della coalizione di centro sinistra “Georgian Dream” - stanno puntando sulla crescita economica della Repubblica caucasica mediante interventi con denaro pubblico e con una politica diretta a stimolare, anche a costo di un aumento del deficit pubblico, i consumi interni e ad aumentare l’appetibilità per i mercati esteri, ad esempio, il fondo d’investimento sovrano del 2012 e il Business Ombudsman del 2013, come confermato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). 

I rapporti con la Russia - che nel 2008 aveva occupato “manu militari” l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud - sono in corso di progressivo miglioramento (nel 2014 sono ripresi gli scambi commerciali col mercato russo per vino, acque minerali e frutta) e, anzi, è diminuita la dipendenza energetica dall’Orso siberiano, anche se le ripercussioni delle crisi regionali (contrasti tra Russia e Ucraina) e la recessione economica russa si sono fatte sentire anche in Georgia. 

Molto resta però da fare, sul piano commerciale, sotto il profilo delle privatizzazioni, della migliore gestione finanziaria della macchina statale e dell’ampliamento dei mercati di sbocco per l’export e del contrasto alla corruzione. Ma - come confermato dagli indici internazionali e dalla nostra Ambasciata a Tbilisi - la Georgia, che è diventata membro del WTO (the World Trade Organisation) dal 2000, ha conosciuto negli ultimi anni  una poderosa e costante crescita economica. In base ai dati del locale dipartimento nazionale georgiano delle statistiche, nel 2013 l’Italia è stata il dodicesimo partner commerciale di Tbilisi. In particolare, l’Italia è stata il decimo fornitore, con una quota del 2,8% sul totale degli acquisti effettuati dalla Georgia, e il nono Paese di destinazione dei prodotti georgiani.

Nei rapporti con l’UE, la Georgia continua a beneficiare di una politica unilaterale europea di favore, definita “Schema Generalizzato di Preferenza (“Generalised Scheme of Preferences, GSP+), efficace dal 2014 sino al 31 dicembre 2016, con speciali incentivi diretti a uno sviluppo sostenibile e al buon governo, atti ad accelerare il suo ingresso nel mercato europeo: terminato l’attuale biennio di transizione, è stato previsto l'avvio un nuovo regime di commercio preferenziale con l’EU, frutto dell’accordo DCFTA: il 27 giugno 2014 è stato infatti siglato un accordo con Bruxelles per la costituzione di un’Area di Libero Scambio in Georgia, “the Deep and Comprehensive Free Trade Area” (DCFTAratificato in Italia il 7 dicembre 2015 e in vigore dal 10 gennaio 2016, che comporterà una più stringente integrazione tra Georgia ed EU basata su un piano di riforme nel settore del commercio, con abolizione di tutti i dazi sulle merci importate ed esportate, l’apertura al mercato estero della fornitura di servizi e il rispetto delle normative Eu sulla protezione dei dati personali, sull’antiriciclaggio e sull’etichettatura dei prodotti. Ma, soprattutto, consentirà la costituzione in Georgia di società controllate e di filiali di imprese europee e, a condizione di reciprocità, in EU come se si trattasse di aziende d’uno Stato membro dell’Unione. Essenziale, in tale contesto, è l’adeguamento della legislazione georgiana (“trade-related laws”) agli standard del sistema europeo. Il che è destinato a tradursi in maggiori opportunità economiche e stabilità, con attrazione di cospicui investimenti stranieri.

L’Unione europea, del resto, è già il principale mercato per l’economia georgiana, con una quota del 26.1% seguita da Turchia (17.2%) e Azerbaigian (10.3%). Per contro, se per l’EU il mercato georgiano è ancora tutto da conquistare, dato che la Georgia rappresenta solo lo 0,1% del suo commercio complessivo. Le merci più richieste in Georgia dall’EU sono costituite da macchinari e attrezzature, prodotti chimici e mezzi di trasporto, l’EU importa dalla Georgia soprattutto metalli comuni e prodotti minerari (nel Paese ci sono ampie riserve di manganese, rame e oro), ma anche prodotti agricoli, tra cui le nocciole (come confermato anche dagli investimenti del Gruppo Ferrero, che nel 2007 ha creato lì la controllata "AgriGeorgia"), enologici e acque minerali.
Il clima è mite (e anzi c'è la presenza di oltre 21 microaree climatiche), il suolo è fertile e abbondantemente irrorato d'acqua, è basso il prezzo della terra ed enormi appezzamenti di terreno sono ancora sottoutilizzati, la mano d’opera è reperibile a basso costo, ci sono  elevati margini di crescita, ci sono molte aziende georgiane qualificate, pronte a sviluppare collaborazioni anche in joint venture con partner stranieri: tutto ciò ha contribuito a potenziare la tradizione agricola. La Georgia, comunque, sconta ancora significative difficoltà strutturali, dovute al modesto livello di conoscenze e tecnologie e a carenze infrastrutturali (reti irrigue e di drenaggio), oltre all'estrema parcellizzazione dei terreni). Dal 2012, peraltro, il Governo georgiano ha avviato una politica di favore per gli investimenti stranieri nel settore agricolo, stabilendo un programma di meccanizzazione agricola e incrementando l’export di macchinari agricoli italiani in Georgia, ma anche rafforzando la sicurezza alimentare, introducendo nuove colture e potenziando il marketing di alcune produzioni locali, facilitando l'accesso al credito bancario da parte delle aziende agricole e, infine, creando centri logistici per le merci da esportare (produzioni casearie e di carne di maiale e bovina, vini e acque minerali, frutta e verdure) e impianti di trasformazione e serre nonché silos per lo stoccaggio di cereali e produzione di mangimi per animali).  Nel 2014, peraltro, la Corte Costituzionale della Georgia ha dichiarato incostituzionale la legge che aveva imposto una moratoria all'acquisto di terreni da parte di soggetti stranieri: dal 2015, dunque, quel divieto è caduto del tutto. Il 3 dicembre 2015 ha preso avvio anche il nuovo "Piano Strategico 2015-2020 per l'Agricoltura", varato dal governo georgiano.

Il Paese caucasico è dotato infatti di imponenti risorse idriche, rese disponibili dalle due catene montuose del Caucaso settentrionale e meridionale. In Georgia è perciò trainante il settore idroelettrico: nel novembre 2014 in Georgia erano attive 66 centrali idroelettriche e 4 termoelettriche, ma nel 2015 è stata realizzata a Gardabani, a circa km 40 dalla capitale, una centrale termoelettrica a ciclo combinato da 230 MW). Ma è prevista la costruzione anche di una nuova centrale termoelettrica da 500 MW e v'è in programma l'utilizzo combinato di fonti energetiche rinnovabili (segnatamente v'è un progetto pilota a Gori per lo sfruttamento delle potenzialità dell'eolico. Nel settore energetico è rilevante la disciplina dettata dalla “Legge sull’elettricità e il gas naturale”, per la quale vige il principio “Build-Own-Operate”: l'investitore che costruisce gli impianti idroelettrici ne rimane proprietario e gestisce l’energia prodotta, cedendone il 20% solo per i primi 10 anni, a condizioni tariffarie concordate, all'ente georgiano dell'energia, Esco (Electricity System Commercial Operator). Per agevolare l'esportazione di energia all'estero, la Georgia si è impegnata nella realizzazione di una linea di trasmissione ad alta tensione con la Turchia. Anzi, le Autorità georgiane hanno anche promosso la creazione del fondo di private equity (denominato “Georgian Co-Investment Fund” volto al cofinanziamento dei progetti d'investimento straniero nel settore energetico

Di assoluto rilievo, inoltre, anche il settore ospedaliero-farmaceutico georgiano, rinnovato in radice nel 2007, dopo che c'è stata una riforma con la quale sono stati privatizzati oltre cento strutture ospedaliere (salvo quelle specializzate per la tubercolosi, l'hiv/aids e le malattie mentali, rimaste in mano pubblica), diventate moderni centri sanitari polifunzionali attrezzati, benché per lo più d piccole dimensioni (2/3 hanno meno di 50 posti letto). Ciò nonostante, gli standard di cura europei sono ancora lontani e manca una reale concorrenza nel settore, che è nella disponibilità soprattutto di Compagnie assicurative, che gestiscono gli ospedali georgiani direttamente o tramite dei loro Provider (Management Company). 

Il sistema bancario è reputato solido dal FMI e, benché il 60% dei prestiti georgiano sia in valuta estera quindi con elevata dipendenza dal dollaro statunitense, i ripetuti deprezzamenti monetari del Lari , che è la moneta nazionale della Georgia (oltre il 20% nei confronti del dollaro, dal gennaio 2014) - peraltro allineati rispetto a quelli di altri Paesi) - stanno favorendo la ripresa economica. Nel 2013 era stato già introdotto un sistema georgiano atto ad agevolare i pagamenti con mezzi elettronici. Del resto, a livello internazionale sono state molto apprezzate le agevolazioni al credito delle p.m.i. introdotte con recenti misure della Banca Centrale (Georgia National Bank). Per quanto attiene al sistema di fiscalità privilegiata, la Georgia è un Paese non incluso nella c.d. "white list" ma rientra nell'elenco di quelle nazioni che sono conformi agli standard Ocse. 

Le entrate pubbliche derivanti dalla tassazione sono basse, il che ovviamente favorisce l’imprenditoria che scelga la Georgia per investire. Dal 2011 è in vigore un nuovo sistema tributario che favorisce le p.m.i. e gli imprenditori individuali, esentati tutti da iva se al di sotto della soglia di fatturato fissata in circa $ 54.300/annui, mentre le imprese con un fatturato annuo superiore sono soggette al pagamento dell'iva IVA nella misura dell'18% e per le "piccole imprese" il reddito viene tassato con il 3% o con il 5% di imposte e resta esente da iva. La tassazione su dividendi e interessi (esclusi quelli delle banche ed i titoli di Stato che rimangono esenti da imposta) è allo 0% da gennaio del 2014. L'aliquota normale dell'imposta sulle società è invece del 15%. Le società non residenti sono soggette all'imposta locale solamente sul reddito prodotto in Georgia (anche da un non-residente) con aliquota fiscale unica, variabile annualmente. Inoltre, v'è un'esenzione per i dividendi percepiti da un ente georgiano, ivi compresi i dividendi da aziende estere. C'è poi una imposta di consumo e fabbricazione dovuta in relazione al momento di acquisto e, rispettivamente, di produzione del bene di consumo.  Le imposte doganali sulle merci all'importazione oscilla tra il 5% e il 12%. Infine è prevista un'imposta di proprietà, sui beni posseduti in Georgia da persone fisiche o giuridiche. 

Se nei contratti commerciali internazionali le parti stabiliscono che, in caso di controversia, la vertenza sia affidata a un tribunale arbitrale, le clausole compromissorie sono riconosciute valide ed efficaci dalla legge georgiana e questo favorisce la veloce risoluzione delle liti in sede non giudiziaria. 

Nel "Doing Business 2016", redatto dalla Banca Mondiale, la Georgia occupa (stabilmente) il 24° posto su scala planetaria, per convenienza rispetto agli investimenti stranieri su 189 nazioni. La Georgia è al 6° posto poi nella facilità di avvio di un'impresa commerciale straniera ("Starting a Business"), addirittura al 3° posto nel "Registering Property", in 7a posizione mondiale per la facilità di accesso al credito e comunque ai vertici della classifica (13a posizione) per ciò che attiene alla facilità di ottenere esecuzione dei contratti (contro la 111a posizione dell'Italia). Per inciso, si sottolinea che l'Italia è al 45° posto complessivo, ma è addirittura al 137° per il fattore dell'enorme tassazione imposta a imprese e cittadini. Nel DB2016 si è tenuto conto anche del fatto che la Georgia ha introdotto due recentissime riforme, l'una volta ad abbattere i tempi per ottenere permessi di edificare e l'altra a seguito dell'introduzione del processo telematico.

Dal punto di vista demografico, la popolazione ha un'età media di 38,3 anni ed è in maggioranza cristiano-ortodossa (83,9%), mentre i musulmani restano al di sotto del 10%, con percentuali minori per le altre religioni (apostolici armeni 3,9%, cattolici 0,8%, altro 1,5%). Il russo resta la principale lingua della Georgia, ma l'inglese è compreso nella capitale e nei centri turistici, oltreché essere molto diffuso tra i giovani.

Per quanto concerne il turismo, le mete preferite dai georgiani sono le località balneari interne (costa del Mar Nero e Turchia), mentre i ceti sociali benestanti (i turisti oltreconfine sono soprattutto uomini d’affari di medio-alto livello, che viaggiano spesso con famiglia e che abbinano al viaggio d’affari periodi di vacanza, nonché alti funzionari di aziende private o statali) scelgono - utilizzando l'aereo nel 64,4 % dei casi - l’Italia (Lazio, Veneto, Campania, Lombardia, Emilia Romagna, in particolare Venezia, Roma, Firenze, Napoli, Bari) e altri luoghi turistici come Egitto e Francia, ma anche Emirati Arabi, Austria, Spagna e Israele. In Italia v'è peraltro scarsità di materiale turistico informativo in georgiano e occorre il visto in ingresso. 
Il patrimonio artistico e culturale è davvero amplissimo poiché molti sono i luoghi d'interesse storico-artistico: sotto tale profilo, sono interessanti anche le opportunità per le aziende italiane di restauro dell'importante patrimonio storico-monumentale. 
Dal punto di vista delle reti di telecomunicazione, è stato compiuto un grosso passo avanti con l'accordo Telecom Italia Sparkle, la georgiana Silknet e la turca Turkcell per la creazione del primo punto di accesso tlc nel Caucaso, tramite un data-center ubicato a Tbilisi e collegato in fibra ottica via Istanbul e Francoforte all'Europa, al Caspio, al Medio Oriente e all'Asia Centrale.

In definitiva, quindi, la Georgia è un Paese localizzato in posizione strategica nella regione del Caucaso meridionale, con 4 milioni e mezzo di abitanti ed esteso per km2 70 mila, avviatosi ormai verso un processo di sviluppo accelerato, fortemente intenzionato a perseguire una politica di "deregulation" e propenso ad accogliere gli investitori stranieri.
Dunque, una grande opportunità di business per le Aziende italiane che vogliano affrontare i mercati esteri


Lo Studio Frattallone & Partners Law Firm è a disposizione delle imprese italiane per fornire - grazie alla propria esperienza giuridica e alla propria rete di corrispondenti e di contatti qualificati in loco - assistenza professionale e consulenza legale specializzata per la negoziazione e la redazione di contratti commerciali internazionali.   

 

 

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