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PENALE - È legge la nuova custodia cautelare: presupposti più rigidi e meno discrezionalità per il giudice con obblighi rafforzati di motivazione.

Publié par Avv. Salvatore Frattallone. Publié dans Penale

esci gratis di prigione(da cnf.it, Aggiornamenti legislativi, Newsletter n° 248 del 14.04.2015)

Il Senato, giovedì 9 aprile scorso, ha approvato in via definitiva, con 177 voti favorevoli, 12 contrari e 30 astenuti, le norme che disciplinano la custodia cautelare, introducendo nel codice di procedura penale limiti all’adozione di misure restrittive della libertà in assenza di una condanna definitiva.
Il provvedimento “Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità”, d'iniziativa parlamentare, si prefigge l’obiettivo- condiviso dal Governo- di limitare l’applicabilità delle misure privative della libertà personale e, in particolare, della custodia cautelare in carcere.
Le modifiche introdotte si aggiungono, integrandole, a quelle già in vigore sulla base di provvedimenti precedentemente adottati, quali il decreto legge n. 78/2013 “Disposizioni urgenti in materia di esecuzione della pena” - convertito in legge 94/2013- che dispone in via generale che la custodia cautelare in carcere possa comminarsi solo per i reati per i quali la pena non sia inferiore nel massino a 5 anni e per i reati di finanziamento illecito ai partiti; e il decreto legge 92/2014 cosiddetto Torreggiani, 

recante “Disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà' fondamentali, nonché di modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile” – convertito in legge 117/2014 - che dispone che il giudice non commini custodia cautelare e arresti domicilia se ritiene che all’esito del giudizio la pena detentiva non sarà superiore a tre anni.
Tutte queste misure – che si traducono in una “stretta” sulla custodia cautelare – mirano appunto a fare dell’applicazione delle misure privative della libertà personale l’”eccezione” piuttosto che la regola nel corso di un procedimento penale.
Secondo i dati del Ministero della Giustizia, infatti, il ricorso allo strumento delle misure cautelari – pur diminuito negli ultimi anni, fa mostra di numeri comunque ancora elevati.
Nel 2009, il numero dei detenuti in custodia cautelare era di 29.809, pari al 46% del totale; il dato di oggi è di 18.622, il 34,5%. Dal 1991, lo Stato ha pagato quasi 600 milioni di euro a più di 20 mila persone per riparazione per ingiusta detenzione, anche per effetto di sentenze definitive che hanno assolto persone che erano state arrestate.

Vai alla bozza provvisoria del testo della legge Modifiche disciplina misure cautelari personali e modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354

Questo il prospetto riassunto della novella >>>

tabella riassuntiva della nuova legge sulla custodia cautelare

 

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