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INTERNATIONAL TRADE - Alpa, Global Law summit: Rule of law motore di crescita.

(Intervento del presidente Guido Alpa al Global Law summit di Londra (23/25 February 2015, The Queen Elizabeth II Conference Centre, and Central Hall Westminster, London), da Newsletter C.N.F. n° 242 del 03.03.2015).

Per celebrare gli ottocento anni della Magna Carta Libertatum il Ministero della Giustizia inglese, gli ordini nazionali dei barristers e dei solicitors, insieme a alcuni dei grandi studi legali internazionali, hanno organizzato a Londra un Global Summit, che si è tenuto in questi giorni, a cui sono stati invitati più di mille giuristi. Il Summit non era dedicato alla ricognizione storica del documento, che per comune opinione, e per tradizione, costituisce il più significativo atto giuridico e politico volto a disegnare i principi della “Rule of law”, espressione con la quale si allude allo Stato di diritto di continentale concezione: le libertà fondamentali inerenti la persona, l’ assoggettamento di ogni imputato ad un processo legittimo, la soggezione alla legge di ogni potere, anche quello del monarca. Il documento storico - con le novità recenti determinate dalle scoperte d’archivio raccontate in modo gustoso da Vincent, TLS, nel fascicolo di Febbraio, a p.14 ss - in realtà riguardava la rivolta dei baroni contro Giovanni Senzaterra, ma i principi formulati nell’atto erano destinati ad avere effetto nei confronti di tutti gli individui. E storicamente a quel documento si sono poi rifatte le costituzioni moderne, come se quei principi fossero universali e atemporali. Prendendo lo spunto da quel primo embrionale documento costituzionale, il Summit ha posto ai giuristi la questione del significato attuale della Rule of Law e del suo futuro. 

Le risposte non sono semplici, in un mondo globalizzato, diviso dallo “scontro di civiltà”, esposto ai rischi della sicurezza, e ai pericoli apportati dalla informatizzazione di ogni tipo di comunicazione.
Articolato in relazioni, tavole rotonde, seminari, per tre giorni (dal 23 al 25 febbraio) si sono approfonditi al Summit i temi della giustizia internazionale, dei rapporti commerciali, dei servizi professionali, degli investimenti nei mercati emergenti, della prevenzione della corruzione e del riciclaggio del danaro, di accesso alla giustizia, di tutela della privacy.

Dal punto di vista economico le energie, i rapporti finanziari, la governance societaria, il commercio internazionale hanno attirato maggiormente attenzione, coniugando diritto e mercato.
Si è esaminato anche il ruolo che i giudici e gli avvocati inglesi stanno svolgendo in patria e all’estero, nel presupposto – per la verità da dimostrare – che il sistema di common law sia più elastico e pragmaticamente più efficiente di ogni altro sistema.

Al di là dei confronti, certo non lusinghieri per il nostro Paese, le cifre comunicate sono impressionanti: l’amministrazione della giustizia che giudici, avvocati e arbitri inglesi effettuato per gli stranieri nel Paese frutta all’ erario ben 21 miliardi di sterline, a cui si aggiungono altri 5 miliardi per l’amministrazione della giustizia svolta all’estero.

I servizi connessi alla amministrazione della giustizia sono dunque particolarmente redditizi per lo Stato, e non solo per le categorie professionali che ne sono i protagonisti. Da ogni dibattito è emersa l’esigenza di coniugare le esigenze del mercato con i diritti fondamentali: è il modello europeo che si dovrebbe imporre, come massima espressione dello “Stato di diritto”, in ogni regione del globo, contemperando con i valori della persona gli imperativi delle tecnologie , le prassi locali, la ricerca del profitto.

Ma il futuro che si prospetta è incerto e perciò inquietante, sia per i problemi politici, sia per le difficoltà di imporre ovunque i principi espressi in nuce dalla Magna Carta. E’ un futuro che investe anche la professione forense, la quale, secondo Richard Susskind, dovrebbe affrontare la digitalizzazione, la decostruzione (cioè l’ outsourcing di servizi) e la differenziazione nelle specializzazioni.
Profili che sono oggetto di ampio dibattito, e anche di regolamentazione, nel nostro Paese.
La Rule of Law, in conclusione, è un motore dello sviluppo economico e pertanto i diritti debbono essere riguardati non come un limite, ma come un fattore propulsivo del benessere dell’ umanità.

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