Internazionale

INTERNATIONAL TRADE - MonteCitorio, Camera dei Deputati: "International Trade to Countries with Embargo or Restrictions, Dual-Use & Export Compliance".

Scritto da Avv. Salvatore Frattallone. Pubblicato in International Business Law

Avv. Salvatore Frattallone LL.M. a Montecitorio

MERCATI E COMMERCIO INTERNAZIONALE. L'AEREC E LE NUOVE FRONTIERE DELL'ECONOMIA

(su il Giornale dell'Accademia, organo ufficiale di informazione dell'Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali, Anno XXXIX, n° 1-2-3-4-2017) 

"Le nuove frontiere dell'economia dopo il G7, mercati internazionali, Dubai e Abu Dhabi in vista di Expo 2020 e commercio intrnazionale verso paesi con embargo o restrizioni" era il titolo del tradizionale convegno dell'AEREC sui temi dell'economia e della internazionalizzazione delle aziende, svoltosi in occasione dell'Academy Day 2017.
E' un argomento ineludibile pel l'AEREC, quello economico e più specificatamente l'internazionalizzazione delle aziende, oggetto non solo di tutti i Convegni che accompagnano le Convocazioni Accademiche ma anche di quegli incontri che si svolgono periodicamente presso Ambasciate o altre sedi, alla presenza delle più importanti autorità dei Paesi che offrono possibilità di investimenti. Il tema è stato quindi

regolarmente riproposto in occasione dell'appuntamento del 23 giugno sotto il titolo: "Le nuove frontiere dell'economia dopo il G7, mercati internazionali, Dubai e Abu Dhabi in vista di Expo 2020 e commercio internazionale verso i paesi con embargo o restrizioni." [...] 

Il tema dell'commercio internazionale verso i paesi con embargo o restrizioni è stato affrontato dall'Avv. Salvatore Frattallone, partner e chairman di View Net Legal Network."Da qualche anno, più omeno in coincidenza con il mio ingresso in AEREC, oltre ad occuparmi di penale, privacy e reati telematici, ho deciso di occuparmi di commercio internazionale con un Master alla Sapienza e poi con un Master a Torino sul commercio proprio sui paesi che hanno l'embargo.""Oggi voglio parlarvi del concetto dei beni duali, i cosidetti dual use, che sembranoun problema da addetti ai lavori ma invece riguarda tutti, da quelli che forniscono bicchierini d'acqua a quelli che forniscono l'acqua che vi si vers dentro." "Tensioni geopolitiche, guerre, terrorismo, riciclaggio, vulnerabilità dei sistemi informatici, portano sempre più paesi al mondo, ormai quasi la totalità, ad adottare legislazioni a protezione, o meglio al controllo e monitoraggio, del commercio internazionale in entrata e in uscita. I principali attori sono l'ONU, che stabilisce l'imbargo verso alcuni stati, gli americani e l'Unione Europea e i singoli Stati al suo interno. Tenete presente che a livello americano vi sono tre orgaismi - il Dipartimento di stato, il Dipartimento el Tesoro e il Dipartimento del Commercio - tramite quale opera il DIS, ovvero il Dipartimento per la Sicurezza, che ha una normativa che, a differenza quanto accade in Europa, si applica in tutto il mondo. Quindi in qualsiasi parte del mondo venga commesa una violazione degli interessi degli Stati Uniti, il soggetto, l'impresa o il dirigente, il socio sono perseguibili se presi e portati nel suolo americano."

"Noi italiani ignoriamo questo meccanismo perchè ragioniamo secondo un principio di territorialità, ovvero deve essere un reato avvenuto in Italia oppure un fatto per il quale c'è un Istanza di punizione per un reato commesso  all'estero. Gli americani hanno invece un concetto di ultraterritorialità".
"Per chi si occupa di commercio internazionale è bene guarda al bussiness, ma è bene anche guardare alle realtà nazionali ed europee e prima ancora a quelle sovranazionali, prima ancora che l'ONU a quelle americane, con le quali fare i conti".

"Per occuparci di questo argmento, dobbiamo rispondere a 5 domande. Quattro W e una H. La prima è chi? (who), chi esporta? Un produttore, un distrubutore, un broker, un riesportatore o addirittura un end user, un utilizzatore finale? La seconda è il dove? (where), da dove asporto, dove viene stoccata, dove transita? La terza è cosa? (what), beni duali (ne parleremo dopo), armamenti, corsi? La quarta è perchè? (why) ovvero per quali finalità esporto ovvero a chi servono quelle merci, perchè interessano? L'ultima è 'how', come? Devo controllare la teconologia che è dentro quel bene che vendo e capirne la provenienza dei comportamenti".
"A Bruxelles c'è un organismo a livello europeo che si chiama ELFEC e in Italia ha fatto un accordo con il Policlinico di Torino per cui svolge un lavoro di controllo sui materiali, verificando se con quelle caratteristiche quel rubinetto o una valvola o un infisso siano tali da essere impiegati per uso militare. Una maniglia può essere montata su una Punto oppure su un Puma ovvero un mezzo militare. Deve avere dunque ovviamente caratteristiche di resistenza, di tenuta, di blindatura. Il Politecnico è l'unico organismo italiano che fa questo tipo di verifiche."

"Avvemturarsi nel commercio estero senza avere adottato queste cautele è molto pericoloso. Perchè ci sono sanzioni di tipo amministrativo - blocco dei beni di dogana, blocco dei pagamenti, difficoltà ad adempiere agli impegni assunti - e poi sanzioni di carattere penale per avere agito in assenza di autorizzazioni oppure violando le prescrizioni delle autorizzazioni". "I prodotti a duplice uso sono definiti da un regolamento europeo, il 428 del 2009, che ha ricevuto in Italia, sulla base di una regolamentazione precedente, un attuazione, la legge 96. Essa stabilisce che sono 'dual use' i prodotti, inclusi i software e le teconogie, che possono avere utilizzo sia civile che militare  "Altro concetto importante sono i servizi di intermediazione. Su questo ho reso un parere a Washington per cui se io dall'Italia compro, ad esempio, un prodotto in Vietnam e dico all'azienda vietnamita di consegnare il prodotto in Turchia, per me si tratta di un'operazione di compravendita, in cui quel bene in Italia non ci passa mai. Ina base a questa normativa sul dual use, questa non è un'attività di compravendita ma di intermediazione e rientra quindi in pieno nella normativa". "Quello che voglio dire è: attenzione, bisogna comprendere questo fenomeno, capire che essere adeguati sulla normativa del dual use può essere un fattore competitivo, concorrenziale. Possiamo fornire alle aziende un servizio che parte dalla verifica del prodotto, del processo produttivo e finisce controllando chi è quel soggetto al quale andranno installati, per esempio, dei condizionatori o dove andranno montati gli infissi. Senza questo controllo rischiamo di venire arrestati, se non in Italia sicuramente all'estero." "Si può diventare operatori economici autorizzati, ogni qual volta le dogane riconoscono, in base al concetto di partenariato, che quell'azienda è un pèartners affidabile. A quel punto abbiamo un sorta di bollino, una certificazione per cui il controllo lofa l'azienda stessa al posto delle dogane. E se i beni dei nostri competitor restanno bloccati in dogana, a quel punto noi avremo decisamente un vantaggio!".

 

 

 

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