Penale

PENALE - TV 7 "Match", trasmissione del 26.02.2016, "Sicurezza, requisizioni prefettizie e #iostocontonelli"

- Al centro del dibattito la legittima difesa e il nuovo arresto effettuato il 22.02.2016 dai carabinieri in flagranza di reato per furto mediante effrazione della porta d'accesso di una baita nel vicentino (e relativa ovvia scarcerazione immediata, col solo obbligo della presenza nella dimora nelle ore notturne, a dispetto della custodia cautelare in carcere chiesta al GIP dal PM) dello straniero che, con un altro complice rom, il 13.06.2006 entrò nella ricicleria di ‪#‎ermesmattielli‬ per svaligiarla, volendo portar via un carico di rame appena prelevato nel deposito: ora costui risulta incensurato, sia perché nel 2009 venne accusato di un furto ma la vicenda fu archiviata (perché la vittima rinunciò alla denuncia), sia perché i tempi della giustizia hanno bloccato il processo del tentato furto al commerciante Mattielli e il delitto a dieci anni dal fatto si è prescritto in Corte di Appello (non risultando alcuna condanna definitiva nei suoi confronti, nonostante il processo in primo grado avesse portato alla sua condanna a quattro mesi). Per aver cercato di difendere la sua proprietà, la persona offesa Ermes Mattielli venne condannato da solerti giudici, dapprima per lesioni colpose, a 1 anno di reclusione ma poi, ritenuta troppo blanda la pena e il reato ascrittogli, la Corte d'Appello di Venezia nel 2012 restituì gli atti al Tribunale di Vicenza e fu celebrato a suo carico un nuovo processo, conclusosi con la condanna a 5 anni e 4 mesi di galera, ma altresì a pagare il relativo risarcimento dei danni (provvisionale di € 135.000,00) ai nomadi ai quali aveva sparato, ferendoli con 14 colpi di pistola dopo che i due malviventi, una volta scoperti, avevano cercato di darsi alla fuga: si disse, all'epoca, non si è trattato di difesa legittima. Dopo la pesante sentenza di duplice condanna a proprio carico, Ermes morì d'infarto il 5 novembre 2015. «Negli ultimi tre anni avrò subito venti furti - dichiarò il rigattiere nel giugno del 2006, all'indomani di quel tentato furto subìto, che gli sarebbe poi costato la condanna per tentato omicidio. «Non ce la facevo più, quando li ho visti stavolta ho reagito. Mi hanno aggredito e ho sparato. Ero disperato: avevo già subito numerosi furti. Quando me li sono visti venire contro, ho avuto paura ed ho premuto il grilletto». Ma è forse vero quanto dichiarò Mattielli, invalido civile, ai giornalisti «In Italia si tutelano i ladri, mica gli onesti»? Una situazione kafkiana. I cittadini sono sicuri dagli attacchi della "microcriminalità"? Nei lestofanti sta maturando la consapevolezza di restare "impunibili"? Ma oggetto del dibattito anche altri temi "caldi". 

- Come quello della dichiarazione che i media riferiscono che il prefetto di Treviso, Laura Lega, abbia fatto a una cinquantina di sindaci riuniti in prefettura, circa la sua decisione di poter requisire le case sfitte private per affrontare l’emergenza migranti, dopo un anno di tensioni, rivolte e proteste tra profughi e residenti scoppiate nelle località dove sono transitate alte concentrazioni di migranti, con relativi problemi di ordine pubblico. L’emergenza immigrati - che tale certo non è perché perdura da anni - è equiparabile a quella degli sfratti? L'attuale legislazione ammette eccezionalmente la requisizione solo se v'é una «grave necessità pubblica» (come catastrofe naturali tipo terremoti e alluvioni), ex art. 7 L. n° 2248/1865, all. E («allorchè per grave necessità pubblica l’Autorità amministrativa debba senza indugio disporre della proprietà privata…essa provvederà con decreto motivato, sempre però senza pregiudizio dei diritti delle parti»). La successiva Costituzione repubblicana ha poi sancito (art. 42) che «La proprietà è pubblica o privata» e quest'ultima «è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti», ma anche che essa «può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale», in forza d'un provvedimento del prefetto, da adottare con ordinanza dal sindaco in caso d'estrema urgenza che non consenta l’intervento del Prefetto (cfr. art. 54, co. 4, T.U.E.L., art. 38, co. 2, L. n° 142/ 90: «Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità’ pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione»). Si tenga presente che i TAR non meno che la Suprema Corte di Cassazione, in sede penale, hanno escluso che le esigenze abitative di nuclei familiari colpiti da sfratto possano ritenersi eccezionali e/o imprevedibili (cfr. TAR Roma n° 3534/04; TAR Catania n° 1154/ 04; Cass. Pen., n° 38259/ 07). Sono oltre 7.500 i migranti già accolti in Veneto, a fronte della una quota di 8.000 stabilita dal Ministero degli interni, ma in primavera sono temuti altre ondate di sbarchi. Il Capo del dipartimento per le libertà civili e all'immigrazione del Viminale, Mario Morcone, avrebbe dichiarato, al Corriere del Veneto, che la valutazione di eventuali requisizioni spetta «in caso di situazioni drammatiche» al Ministro. E' stato corretto l'aut aut che, pare, sia stato lanciato dal prefetto della Marca trevigiana, paventando l'espropriazione delle proprietà immobiliari non locate? 

- Nella puntata del 26.02.2016 di TV/ Match anche la questione dell'asserita inidoneità degli equipaggiamenti (parrebbe trattarsi non solo di carenza di uniformi, ma anche uso di giubbetti anti proiettile in scadenza, di pessime imbottiture dei caschi di protezioni per manifestazioni d'ordine pubblico, di munizionamento difettoso di cui sarebbe stato disposto il solo uso nei poligoni ma non in servizio, etc.), delle armi e della formazione del personale delle Forze dell'ordine. Di recente, Gianni Tonelli - poliziotto e sindacalista del SAP - ha manifestato il disagio di molti uomini in divisa poiché le carenze dello Stato possono finire con l'incidere direttamente sulla sicurezza degli operatori e sull'efficacia del servizio prestato ai cittadini. Il caso è balzato agli onori della cronaca ed è stata coinvolta l'opinione pubblica. E' vero, come ha scritto sul web detto il poliziotto, Segretario Generale del SAP, che sta facendo lo sciopero della fame, che «la vergogna non sta nella denuncia ma nella situazione, e chi si deve vergognare non è chi ha denunciato la situazione in questione ma chi l’ha determinata»? Esiste davvero un problema di effettiva debilitazione dell’apparato di sicurezza? Lo Stato tutela adeguatamente i propri uomini? 

 

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