Risponde l’Avvocato Salvatore Frattallone, del Foro di Padova, Roma (www.frattallone.it)
«Gentile Signora, ha la facoltà di agire in sede civile oppure di sporgere querela, in sede penale. Se decide di promuovere il giudizio civile deve rivolgersi a un legale e citare la struttura sanitaria. Viceversa, se sporge querela
contro l’infermiere può farlo direttamente da sola, quale genitore esercente la potestà sulla figlia minore. L’ospedale ne risponde in forza del contratto ‘di spedalità’, che si perfeziona automaticamente quando si entra in ospedale per farsi curare, ma anche in via extracontrattuale ai sensi dell’art. 2049 c.c., per il fatto illecito causato dal suo dipendente. Invece, il procedimento penale che prende avvio dalla querela è destinato, se è fondata, al rinvio a giudizio a carico dell’infermiere, perché l’imputato del reato di cui all’art. 590 c.p. venga condannato per la ferita riportata dalla minore all’atto della rimozione del gesso nonché al risarcimento danni e alla rifusione delle spese di difesa della parte civile. Può anche chiedere al giudice penale che ordini la citazione in giudizio dell’ospedale, affinché risponda dei danni causati dall’infermiere».