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PENALE - ANAC, whistleblowing e Linee guida per la tutela degli informatori.

whistleblowerCos’è il «whistleblowing»? In Italia è stata introdotta la regola secondo cui la P.A. deve apprestare concreti sistemi di tutela del dipendente pubblico che segnali degli illeciti, di cui all’art. 54-bis del D.L.vo n° 165/2001, di cui abbia appreso la commissione nell’ambito del rapporto di lavoro.
Il sistema di gestione delle segnalazioni è definito whistleblowing e riguarda sia le segnalazioni pervenute dall’esterno, sia quelle che siano frutto di «spiate» interne, persino se relative a fatti non aventi di per sé rilevanza penale. A tale scopo è stata istituita, in ogni P.A., la figura del Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC), che deve occuparsi degli informatori e della riservatezza della loro identità.
In inglese la parola whistleblower indica «una persona che lavorando all’interno di un’organizzazione, di un’azienda pubblica o privata si trova ad essere testimone di un comportamento irregolare, illegale, potenzialmente dannoso per la collettività e decide di segnalarlo all’interno dell’azienda stessa o all’autorità giudiziaria o all’attenzione dei media, per porre fine a quel comportamento» e, come precisato dalla Accademia della Crusca, si qualifica whistleblowing la relativa «azione di denuncia» della «talpa», che fa venire alla luce un’irregolarità poiché soffia (blower) nel fischietto (whistle) come un arbitro di gioco. Ma, quel che più interessa, è che - stante una clamorosa lacuna normativa - l’A.N.A.C. ha inteso estendere l’applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione di cui alla legge n° 190/2012

«anche gli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale e locale, nonché agli enti pubblici economici» e, a tale finalità, ha stabilito che «le amministrazioni controllanti e vigilanti promuovano l’adozione da parte dei suddetti enti, eventualmente nell’ambito del modello “di cui al D. L.vo n° 231/2001”, di misure di tutela analoghe. 
Sulla medesima linea d’intervento, l’A.N.A.C. ha comunicato quali saranno le «Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici». In esse è espressamente previsto che «le amministrazioni controllanti promuovono l’adozione da parte delle società di misure idonee ad incoraggiare il dipendente a denunciare gli illeciti di cui viene a conoscenza nell’ambito del rapporto di lavoro, avendo cura di garantire la riservatezza dell’identità del segnalante dalla ricezione e in ogni contatto successivo alla segnalazione».

Questa la bozza di delibera «Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti”

Questa la bozza di delibera «Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici»

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