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PRIVACY - Roma 06.06.2017, Camera dei Deputati: Convegno "Relazione annuale sull'attività del 2016 del Garante per la Protezione dei Dati Personali".

Escrito por Avv. Salvatore Frattallone. Publicado en Privacy

Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, alla Camera il 06.06.2017

La mattina del 6 giugno 2017, nella splendida cornice della sala della Regina alla Camera dei Deputati, si è tenuta la Relazione annuale 2016 del Garante per la Protezione dei Dati Personali. Antonello Soro ha illustrato alle massime autorità civili e militari dello Stato, in primo luogo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente della Camera On.le Laura Boldrini e al Ministro Anna Finocchiaro, la situazione della privacy in Italia. Il Garante ha invitato a Montecitorio l'Avv. Salvatore Frattallone LL.M., - già membro della Commissione, istituita presso il Garante Privacy,  per la tutela dei dati personali in sede giudiziaria e per le investigazioni difensive - che ha partecipato alla solenne cerimonia quale esperto del settore 'data protection'.

Presente al convegno  anche il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avv. Andrea Mascherin. Quest'anno ricorre il ventennale dell'introduzione della prima legge sulla privacy in Italia. 

I temi toccati dal Garante sono quanto mai attuali e, del resto, a maggio del 2018 entrerà in vigore in Regolamento Europeo sulla privacy, volto a garantire una protezione sempre più concreta ed efficace dei dati personali, in primo luogo on-line, atteso che i nuovi modelli di crescita economica rendono non più differibile una maggior tutela delle persone dall'invalidità della realtà digitale. 

Il testo integrale della corposa Relazione 2016 è scaricabile da questo link. Invece, questo invece il testo ridotto, nella versione presentata a Montecitorio dal Garante Soro, unitamente agli altri componenti dell'Autorità indipendente, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici e Licia Califano, intitolata "Persona, diritti, innovazione".  

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L'allarme del Garante della privacy: "Un grande fratello governa il web"

La Relazione dell'Autorità: "I monopolisti della rete possono condizionare l'umanità intera". Su internet "la violenza non conosce limiti" e la pedopornografia "viene inconsapevolmente aiutata" dai genitori che postano le foto dei figli sui social. Attacchi informatici: 9 miliardi di danni alle aziende italiane. Continua a crescere il telemarketing selvaggio, multe per 2,6 milioni

(da Repubblica.it, 06 giugno 2017, di Corrado Zunino

ROMA - Nella relazione del Garante della privacy sull'attività del 2016 - presentata questa mattina a Montecitorio alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della presidente della Camera Laura Boldrini - il presidente Antonello Soro ha lanciato l'allarme web. "Attenzione ai tanti grandi fratelli che governano la rete", ha detto. "Un numero esiguo di aziende, i monopolisti del web, possiede un patrimonio di conoscenza gigantesco" e dispone "di tutti i mezzi per indirizzare la propria influenza verso ciascuno di noi, con la conseguenza che un numero sempre più grande di persone - tendenzialmente l'umanità intera - potrà subire condizionamenti decisivi". Nel 2016 il Garante della privacy si è occupato a fondo della protezione dei dati online, a partire dai grandi motori di ricerca e i social network. Google ha seguito il protocollo sottoscritto con il Garante per trattare i dati degli utenti secondo normativa italiana. A Facebook, invece, l'Autorità ha imposto di bloccare i falsi profili (i cosiddetti fake) definiti da Soro "autismo informativo". Sul fronte "Internet delle cose", il Garante ha vietato la realizzazione di un progetto privato che affidava a un algoritmo la misurazione della reputazione delle persone: "Incide negativamente sulla dignità delle persone", ha detto. Sono stati definiti, ancora la Relazione, i criteri "per coniugare memoria collettiva e dignità della persona" nei casi di esercizio del diritto all'oblio su internet. "E' stato inoltre rafforzato il diritto delle persone a vedere aggiornati gli archivi giornalistici on line". 

Ancora il presidente dell'Autorità: "L'assenza di limiti, propria della rete, ha offerto infinite potenzialità di crescita e conoscenza, alle quali meno frequentemente si è accompagnato un corrispondente esercizio di consapevolezza e responsabilità". Ha detto Soro: "Se sul web la libertà si esprime in ogni sua potenzialità anche la violenza, specularmente, non conosce limiti. Dalla violenza verbale da parte di chi, in rete, supera ogni freno inibitorio erroneamente confidando nell'anonimato fino all'estremo dell'esibizione online di atti omicidi, da parte dei loro stessi autori, in un crescendo di lucidissima follia". Secondo recenti ricerche, si legge nella Relazione al Parlamento, "la pedopornografia in rete e particolarmente nel dark web è in crescita vertiginosa". Nel 2016 due milioni le immagini censite, quasi il doppio rispetto all'anno precedente. "Fonte involontaria", ha sottolineato Soro, "sono i social network in cui genitori postano le immagini dei figli".

Riguardo alla cybersecurity, nel 2016 ci sono state segnalazioni per la violazione dei dati personali (data breach) da parte di 15 soggetti pubblici e 43 importanti fornitori di servizi di comunicazione elettronica. "Nel 2016 gli attacchi informatici hanno causato alle imprese italiane danni per 9 miliardi di euro, ma solo il 20 per cento delle aziende fa investimenti adeguati per la protezione del proprio patrimonio informativo".

La Relazione del Garante si è concentrata, quindi, sul "telemarketing selvaggio", le promozioni senza consenso al telefono: "Un fenomeno che non tende purtroppo a diminuire", si legge. Da febbraio 2011 alla fine del 2016 sono arrivate 25.000 segnalazioni per violazione del Registro pubblico delle opposizioni, ovvero persone che si sono iscritte al registro (attivo dal 2010) di chi non voleva ricevere proposte pubblicitarie e, nonostante questo, sono state raggiunte da offerte aziendali. Su questo versante il Garante della privacy ha chiesto modifiche legislative e comminato sanzioni per 2,6 milioni di euro (il 79 per cento delle multe totali).  Si legge, a proposito: "Il Garante ha accertato rilevanti illeciti da parte di società di telefonia e ha svolto ispezioni presso alcuni call center albanesi". Dei 24.000 quesiti arrivati all'Ufficio relazioni con il pubblico, un terzo esatto (8.000) hanno riguardato problemi legati alle telefonate promozionali e, ancora, in testa ai riscontri forniti dall'Autorità ai cittadini (4.600 in tutto) c'è sempre il marketing telefonico, "in costante aumento".

Sulle telefonate moleste lo scorso 4 maggio c'era stato un voto alla Camera, all'interno del Decreto concorrenza, che eliminava i limiti alle chiamate commerciali, voto poi contestato dallo stesso segretario del Pd Matteo Renzi. Su quell'emendamento il presidente Soro aveva espresso "sconcerto e preoccupazione". Alcune grandi aziende come Enel, nel frattempo, hanno annunciato che rinunceranno a questa forma di pubblicità.

Nel settore della sanità, il Garante della privacy è intervenuto per regolamentare l'uso delle impronte digitali per il controllo agli accessi delle strutture ospedaliere. Quindi, ha dato indicazioni sul registro dei tumori, sul nuovo sistema informativo dei trapianti, sulla procreazione assistita. Sul fronte universitario, via libera alla consultazione da parte degli atenei dell'Anagrafe nazionale per verificare i titoli autocertificati dagli studenti.

In generale, è in aumento del 38 per cento il numero delle violazioni amministrative contestate: nel 2016 sono state 2.339. Una parte consistente (1.817) ha riguardato l'omessa comunicazione agli interessati di data breach da parte dei gestori di telefonia e comunicazione elettronica. Vengono, a scendere, il trattamento illecito dei dati per uso senza consenso; l'omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali; la conservazione eccessiva dei dati di traffico telefonico e telematico; la mancata adozione di misure di sicurezza; l'omessa esibizione di documenti al Garante; l'inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità.

Le sanzioni amministrative riscosse ammontano, in tutto, a 3 milioni e 300 mila euro. Le ispezioni si sono rivolte principalmente al trattamento di dati effettuato da società che operano nel settore del car sharing; a quelle - come si è visto - che si occupano di web marketing e marketing telefonico; alle aziende che si occupano di ricerca genetica; alle agenzie di lavoro interinale; alle società di assistenza tecnica e recupero dati per pc e telefonia mobile; ai giochi on line; alle finanziarie. Nei confronti di società operanti nel settore del trasferimento di denaro (money  transfer) sono state applicate sanzioni per 11 milioni di euro.

La Relazione del Garante della privacy ha ricordato che su questi temi, a partire dal maggio 2018, sarà applicato il nuovo Regolamento Ue. 

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