Privacy

PRIVACY - Gente, "Inchiesta. Bimbi esibiti in Rete (anche per profitto): è polemica".

Escrito por Avv. Salvatore Frattallone. Publicado en Privacy

Gente 14.04.2018 - Avv. Salvatore Frattallone

L'ultimo caso è Leone, figlio della coppia Ferragni-Fedez. Lo specialista: "Se li abituate così, create dei futuri rete-dipendenti". E la legge si attrezza...
Reucci del web. E se fosse una follia?

Il dibattito - è giusto mostrare i minori sui social?
(GENTE, 14.04.2018, di Alessandra Gavazzi n° 15)

Li conosciamo fin dai primi vagiti. A volte fin dalle prime capriole immortalate dall'ecografia. Perchè quei vagiti, quelle capriole sono condivisi sui social proprio da mamma e papà. Bambini che crescono, letteralmente, davanti alla fotocamera del telefonino, con il beneplacito della famiglia e il plauso di amici e fans. Succede ai famosi, come Leone, che grazie alla foto postate da mamma Chiara Ferragni e papà Fedez, solo nei primi dodici giorni di vita ha totalizzato 36 milioni di like.

O a Stella ed Esther Ciccone, gemelline adottive di Madonna, i cui progressi nei compiti di matematica sono documentati passo dopo passo sul profilo Istagram della madre. ma anche chi non è personaggio pubblico ormai tende a piazzare il pupo un po' ovunque, persino sulla foto profilo in chat, visibile a chiunque abbia il suo numero di cellulare.
E' la società della condivisone, bellezza. Eppure, vista l'epidemia dei fiocchi rosa e azzurri spiattellati in Rete, c'è da chiedersi cosa accadrà nel giro di tre lustri o giù di lì. Quando a questi sorrisi sdentati si sostituirà un bel broncio da adolescente. «Sarà lì che avremo il banco di prova: quando resteremo basiti per il fatto che nostro figlio sta tutto il tempo attaccato al cellulare. E cercheremo, ipocritamente, di proibirglielo», avverte Matteo Lancini, psicoterapeura e presidente della fondazione Minotauro. Che provoca: «Vietiamo la tecnologia, sì, ma ai genitori, facendo in modo che non si possano diffondere le foto dei figli sotto i 14 anni». Altrimenti, sostiene l'esperto, «se non esiste nulla di davvero intimo, tanto che persino l'ecografia nel grembo materno può essere condivisa, perché stupirci del fatto che poi da adolescente il corpo non abbia alcun valore? O che qualche commento negativo in Rete sia sufficiente a mandare nostro figlio in crisi o peggio?».
Spunti di riflessione raccolti in pieno anche dalla magistratura, più che dal legislatore. A Roma, a Gennaio, una madre è stata condannata alla rimozione delle immagini del figlio, pena un multa da mille euro. A Mantova, lo scorso Novembre, un'altra mamma aveva perso la causa contro l'ex marito che non aveva dato il consenso alla pubblicazione delle foto dei figli, contrari per primi a essere messi 'in vetrina'. «E' questo il nodo: se entrambi i genitori danno il consenso nel rispetto della legge, la questione più che giuridica è etica», spiega l'Avvocato Salvatore Frattallone L.L.M., penalista esperto in privacy e reati telematici. Aggiungendo un fatto: «I genitori non solo spesso rendono riconoscibili i figli mostrandoli in viso, ma li indicano con nome e cognome, cosa che per esempio sui media tradizionali è rigidamente regolata. Il consenso su Istagram, per esempio, non si estende a giornali e Tv, per i quali servirebbe un assenso specifico. Ma i social ormai sono un mondo a parte». Uno Stato più grande di un qualunque altro fuori dalla Rete. «Di più: una realtà sociale regolata da norme diverse, con un'autorità superiore impersonata da gestori e provider. E l'iscrizione, in quando adesione volontaria, rende tutti cittadini digitale», continua il legale. Aggiungendo una previsione futura: «dai 14 anni per la legge italiana - 16 per quella europea -, dovranno essere consultati per il consenso. E potranno anche far ricorso al diritto all'oblio, facendo rimuovere anche le immagini che li ritraevano da piccoli». Un po' come accade grazie alla legge anti-bullismo, che prevede che anche un minore possa rivolgersi al Garante per la Privacy per far cancellare video o foto offensive dalla Rete.
E torniamo all'adolescenza. «Se i miei genitori mi crescono con l'idea che esisto perché mi immortalano fin dal test di gravidanza, lo sguardo degli altri sulla mia persona avrà un potere immenso», aggiunge lo psicoterapeuta Lancini. Un potere in grado di distruggere una psiche in costruzione e un corpo che cambia. «Il bambino oggi viene caricato di investimenti narcisisti: deve essere bello, brillante, pieno di talenti e di amici. E' un piccolo re». Il suo successo viene esibito perché di riflesso è il successo dei suoi. ma quando si cresce tutto si fa più complesso. «Il corpo in trasformazione è meno bello da vedere, l'adattamento alla crescita li rende meno sicuri. la sicurezza fin eccessiva dell'infanzia si sgretola. E qual è la risposta degli adulti? Vietare i social network e limitare l'uso del telefonino. Una contraddizione diseducativa, che li confonde e rende i genitori solo meno autorevoli». Mamme e papà, serve un'assunzione di responsabilità. E qualche clic in meno.

Nelle foto a pagina 40:

Nelle foto a pagina 41: 

Nelle foto di pagina 42:

 

Imprimir