Penale

RESPONSABILITÀ SANITARIA - ObiettivoSalute, "La religione entra in corsia".

Obiettivo Salute, articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone

Durante un ricovero mi hanno chiesto notizie sulla mia  religione. Che cosa hanno a che fare queste informazioni con la mia salute? 

(da ObiettivoSalutetv.it, rubrica: L'Avvocato risponde, ed. del 02.12.2016) 

Risponde l’Avvocato Salvatore Frattallone del Foro di Padova e con Studio a Roma e Modena (frattallone.it)

La struttura sanitaria è autorizzata dalla legge alla raccolta informazioni personali sul tuo credo religioso solo su tua richiesta e solo in due ipotesi, mentre non può farlo in modo sistematico e preventivo. Per sapere quali prestazioni mediche erogarti, in linea con le tue convinzioni religiose, devi prima ricevere – salvi i casi d’urgenza – una informativa, con cui ti spiegano le conseguenze che derivano dal tuo eventuale rifiuto a fornire i dati personali obbligatori e le informazioni facoltative.

In ogni caso non possono chiederti dati non essenziali né indispensabili per le cure. Trattandosi di un dato «sensibile», devi aver espresso, anche a voce, il consenso, che medici e infermieri poi annotano in forma scritta. Come paziente, puoi richiedere un’assistenza religiosa e spirituale durante il ricovero, tramite un ministro di culto, per soddisfare l’eventuale bisogno di conforto o di sacramenti al letto. Le scelte relative alla tua alimentazione durante il ricovero o il tuo rifiuto di sottoporti a trasfusioni (il diritto alla autodeterminazione terapeutica) devono essere espresse senza domandarti la religione di appartenenza. La violazione di queste regole può legittimarti a chiedere, all’ospedale, i danni per violazione della privacy. Il tuo credo religioso può diventare rilevante in caso di decesso, affinché il servizio necroscopico possa preparare la salma rispettando le tue specifiche volontà, espresse in vita.

Tags: dolo

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