Penale

Scritto da Avv. Salvatore Frattallone.

L'Avvocato Salvatore Frattallone ha illustrato, nel corso primo Business Lounge nazionale dell‘Accademia per le Relazioni Economiche e Culturali, il delicato rapporto tra l’uso degli aereomobili senza pilota e la disciplina della tutela dei dati personali, alla luce delle note emesse da ENAC interpretative del Regolamento vigente, di quelle del Viminale e del Garante europeo per la privacy. 

L‘Avvocato Salvatore Frattallone - penalista e cassazionista del Foro di Padova, chairman del network forense «View net Legal – The hi-touch lawyers network» nonchè  presidente del distretto «Lagunare NordEst» di AEREC - ha esposto i ruoli dei vari soggetti interessati dall’uso dei droni, in particolare da parte della Polizia Municipale, piloti e operatori Sarp. L’esperto ha poi inquadrato

i rapporti tra costoro, anche in relazione alle norme che consentono e/o vietano il sorvolo da parte di questi dispositivi elettronici, specificando se e in che termini i Comuni possano avvalersi di queste macchine volanti a pilotaggio remoto, magari servendosi della disponibilità offerta da privati che dispongano di tecnologia all’avanguardia, munita di intelligenza artificiale (AI).

Riconoscimento facciale, rilevazione di targhe di veicoli e di persone, rispetto delle cc.dd. distanze sociali e delle temperature corporee degli interessati, voli su centri abitate e giardini e terrazze dei privati, etc. sono questioni, però,  che suscitano ben più gravi problemi e responsabilità, in capo a coloro che effettuano il trattamento dei dati personali cosi raccolti, peraltro in modo massiccio e in tempo reale. Il GDPR, infatti, ammette solo “limitate e temporanee” deroghe ai diritti di libertà dei cittadini sanciti dalla Costituzione, in primis il diritto di riunione, di locomozione, comprimibili in epoca di pandemia divuta al Covid-19, ma non senza limiti.

Il penalista ha quindi esaminato il regime di utilizzabilità processuale delle foto e videoriprese tramite i droni, inquadrando inquadrando le molteplici possibili violazioni in materia di privacy, pesantemente sanzionate dall’Ordinamento. i vari sindaci-sceriffo che promulgano editti nei loro territori di pertinenza sono davvero al corrente delle proprie responsabilità, anche di natura penale? Certamente vi sono validi motivi per dubitarne. 

 

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