Ord. forense

ORD. FORENSE - Avvocati in Francia, atto controfirmato e procedura partecipata assistita

conciergerie cour de cassation

Presso il C.N.F. si è svolto un confronto sull’assetto della professione forense in Italia e in Francia, promosso dal Consiglio nazionale forense e dall’Associaton Henri Capitant

Roma. “Sul tema delle liberalizzazioni a volte in Italia si cita a sproposito l’Unione europea, che chiederebbe aperture indiscriminate del mercato professionale e lo smantellamento di ogni vincolo. In realtà il confronto europeo ci racconta altre storie”. Così il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa ha commentato al termine della giornata Italo- Francese che si è celebrata il 16.12.2011 presso il C.N.F. in collaborazione con l’Association Henri Capitant.
Il confronto con la professione d’Oltralpe offre molti spunti di riflessione sulla mala-informazione su quello che richiederebbe l’Europa in merito all’assetto e alle modalità di svolgimento dell’attività forense. Come ha ben rappresentato Philippe Thery, dell’Università Paris II, la professione forense in Francia sta vivendo due spinte volte al suo sostanziale rafforzamento.  Da una parte, infatti, si caratterizza per una forza espansiva conquistando nuovi spazi di mercato; e dall’altro centralizza le attività giuridiche nelle mani degli avvocati.
Un’altra storia, dunque, rispetto a quella chela professione sta vivendo in Italia.
Esempio recente del primo aspetto è l’introduzione nell’ordinamento francese dell’istituto dell’atto controfirmato dall’avvocato (marzo 2011),

che costituisce una sorta di atto pubblico facendo piena prova fino a querela di falso. O la previsione di una procedura partecipata assistita a cura degli avvocati, una procedura alternativa di risoluzione delle controversie.
Quanto alla forza attrattiva di altre professioni giuridiche nell’alveo della professione forense, a parte le riflessioni contenute nel Rapporto Darrois che riflette sulla creazione di una grande professione del diritto per contrastare l’egemonia anglosassone, Thery ha evidenziato l’assimilazione alla figura dell’avvocato di quella del procuratore presso le corti di primo appello, di quella degli ufficiali giudiziari, anche di quella dei consulenti legali.
“Prendiamo atto di questi sviluppi in Francia e ci chiediamo come mai la Commissione europea taccia. In Italia, gli avvocati sono costretti invece a dover leggere norme sulla professione scritte male, giuridicamente errate quando non incostituzionali, come dimostrano gli ultimi interventi. Il C.N.F. avvierà uno studio comparato sull’assetto della professione nei vari paesi europei, per evidenziare come sotto molteplici profili la professione in Italia è già liberalizzata, senz’altro più che in altri paesi”, ha chiosato Alpa.

(fonte: C.N.F., Responsabile Comunicazione e rapporti con i Media, www.cnf.it)

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