Ord. forense

ORD. FORENSE - I valori della Costituzione e la formazione dell'Avvocato.

La Costituzione italiana alla firma del Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola (che la promulgò il 27.12.1947), del Presidente dell'Assemblea Costituente Umberto Terracini, del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e del Guardasigilli Giuseppe Grassi.

I valori della Costituzione e la formazione dell'Avvocato.

(da www.scuolasuperioreavvocatura.it, di Alarico Mariani Marini 21.06.13)

Il 21 giugno si è svolta a Roma una giornata promossa in collaborazione con la Corte Costituzionale dedicata ai valori della Costituzione nella formazione dei giovani.
Un folto gruppo di praticanti e di giovani avvocati il mattino è stato guidato in una visita alla Corte conclusa in un incontro con il giudice costituzionale prof. Gaetano Silvestri.
Il pomeriggio nei locali del CNF si è svolto un affollato seminario introdotto dall’avv. Alarico Mariani Marini nel corso del quale hanno svolto interventi i giudici costituzionali Giuseppe Frigo e Paolo Grossi, il prof. Massimo Luciani e il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa che ha concluso i lavori.
Perchè è importante sottolineare ai giovani che saranno futuri avvocati o che sono già avvocati il valore fondamentale dei principi della Costituzione nell’esercizio dell’avvocatura?

Non si tratta soltanto di integrare la preparazione universitaria di diritto costituzionale.
Il problema nasce dalla esigenza di rafforzare la consapevolezza dei valori espressi nella Carta in coloro che nelle aule giudiziarie sono i promotori di una interpretazione della legge conforme ai principi della Costituzione.
Gli avvocati sono anche i diretti interlocutori dei cittadini che chiedono giustizia e questo consente loro di avvicinare le persone alla Costituzione nelle attività di consulenza che precedono il giudizio o che sono dirette ad esprimere pareri.
Ma l’avvocatura ha una ulteriore e significativa responsabilità nei confronti della società, come professione alla quale la Costituzione riconosce una partecipazione nel sistema della giurisdizione e delle garanzie costituzionali.
Il Presidente Gallo nella sua relazione sull’attività svolta dalla Corte nel 2012 ha lanciato un messaggio che é in sintonia con una linea centrale nell’attività formativa della Scuola, indirizzata all’approfondimento nelle Scuole forensi e nei seminari di formazione continua dei principi della Costituzione e dei diritti umani e fondamentali quale riferimento essenziale dell’attività professionale.
Il Presidente Gallo, nella sua relazione, ha segnalato la difficoltà che nasce dai casi in cui la Corte ha sollecitato il legislatore a modificare una normativa che ritiene in contrasto con la Costituzione spesso senza alcun seguito nel Parlamento.
Ha perciò sottolineato che la giustizia costituzionale non è da sola sufficiente a garantire la piena attuazione dei principi e dei valori fondamentali della Carta, la quale non è soltanto un documento normativo da assumere a paramentro di decisioni giudiziali, è un grande progetto di convivenza civile e un fattore di integrazione che può operare solo se esce dalle aule giudiziarie per divenire cultura, senso comune e massima etica, e se viene interiorizzato dalle istituzioni, dalle forze politiche e sociali e dai singoli.
Nella esortazione del Presidente era implicito, ma diretto un messaggio agli avvocati.
Nelle aule giudiziarie abitano giudici e avvocati; i giudici nella interpretazione della legge hanno lo strumento per valorizzare e dare attuazione nei casi decisi ai principi della Carta, ma sono gli avvocati che, anche con le loro istituzioni e associazioni, fuori dal processo e nella società possono farsi promotori di questi valori.
Noi abbiamo da tempo indicato come responsabilità sociale dell’avvocato e dell’avvocatura nel suo complesso quei doveri e quelle responsabilità verso gli altri e verso la collettività per la difesa dei diritti fondamentali, enunciati nel Preambolo della Carta di Nizza, e che già mezzo secolo prima la nostra costituzione aveva con straordinaria lungimiranza assunto a valori fondanti della società democratica e dello Stato di diritto.
Questo messaggio ha richiamato quindi i giuristi pratici ad un rinnovato impegno per contrastare le violazioni ancora diffuse di questi principi e le derive indotte dalla preminenza di una ideologia dell’economia e del mercato, che resiste nei fatti alla effettiva tutela dei diritti umani e fondamentali.
Portare fuori dalle aule di giustizia i valori della Costituzione, di eguaglianza, di solidarietà, di coesione civile e sociale significa dunque opporsi con fermezza, senza ambiguità, alle violazioni dei diritti, alle discriminazioni, ai rigurgiti di razzismo, anche nei confronti dello Stato e di quei poteri che resistono, spesso dietro ad un ossequio formale, alla effettività della tutela dei diritti, come è da tempo scritto nel codice della deontologia degli avvocati europei.
Se anche il Papa oggi esorta ad essere rivoluzionari nel segno di una fede religiosa, in uno Stato di diritto e in una società democratica lo stesso impeto deve alimentare l’impegno a rendere effettivi diritti e doveri che sono espressione delle tradizioni morali e spirituali delle società europee, come è enunciato nel Preambolo della Carta dei diritti dell’Unione europea.
Ai giovani soprattutto ai quali lasciamo in gran parte irrisolti questi problemi, va quindi affidato il compito di recuperare dalle insidie con cui una società avvolge nel modello dell’impresa la professione libera dell’avvocato, la passione e il coraggio che in altri momenti della nostra storia ha guidato avvocati a farsi avanguardie del progresso civile e morale.

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