Ord. forense

ORD. FORENSE - Giustizia, Avvocatura, Oua: “Il Ministro della Giustizia Cancellieri si dimetta immediatamente".

Organismo Unitario dell'Avvocatura

ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA
Via G.G. Belli, 27 – 00193 Roma

(da www.oua.it, Comunicato stampa)

L’OUA ha approvato un deliberato in cui si chiedono le dimissioni del Ministro Cancellieri: non si può insistere su una riforma che non produrrà risparmi e che porterà al caos la macchina giudiziaria.
Ma non basta: intervenga la Corte dei Conti e la Corte di Giustizia UE; si istituisca una Commissione di Inchiesta
Partecipazione pressoché totalitaria di Ordini, Unioni e Associazioni.

I parlamentari intervenuti (Sandro Favi del Pd, Lucio Malan PDL, Maurizio Buccarella M5S e con un messaggio di sostegno di Arcangelo Sannicandro di Sel) hanno espresso condivisione alle critiche dell’Avvocatura stigmatizzando con forza l’atteggiamento tenuto finora dal Ministro della Giustizia anche nei confronti del Parlamento.

L’Avvocatura, riunita oggi 13.09.13 a Roma per analizzare la grave situazione in cui versa lo stato della giustizia, ha dovuto drammaticamente prendere atto dell’azione di “desertificazione” alla quale essa è soggetta.

L'Organismo Unitario dell'Avvocatura a conclusione della partecipata assemblea nazionale ha approvato un deliberato (di seguito) in cui si censurano le modalità di applicazione della cosiddetta revisione della geografia giudiziaria. L'Oua chiede, quindi, le dimissioni del Ministro di Giustizia Cancellieri per la mancanza assoluta di volontà di
confronto dimostrata su un provvedimento che porterà il prossimo 16.09.2013 al caos la macchina giudiziaria, che mette a rischio decine di migliaia di cause e che non produrrà alcun risparmio.
Per Nicola Marino, presidente Oua, «assistiamo a una farsa, i cui risvolti, però, sono drammatici: si chiudono circa 1000 uffici giudiziari, eppure a pochi giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, il ministero, sordo alle decine di proposte dell'avvocatura, dei sindaci e dei cittadini, è costretto a emanare 47 decreti correttivi viste le evidenti
incongruenze. Il ministro Cancellieri, invece che ammettere le palesi difficoltà di un meccanismo che fa acqua da tutte le parti, si presenta al Senato e si fa beffa non solo delle indicazioni del Parlamento, ma anche della realtà: sono a rischio migliaia di processi per prescrizione, si vive un clima di tensione in molti comuni, come dimostrano le tante  manifestazioni di piazza in corso in tutto il Paese. Non solo: diversi Tar hanno sospeso i trasferimenti (Sora, Cerignola, Rodi Garganico), molte strutture non sono pronte ad accogliere le sedi soppresse. Per non parlare dei presunti risparmi. Facciamo un esempio:
a Lucera il costo della struttura era zero, ora, invece il Comune di Foggia dovrà pagare diverse centinaia di migliaia di euro l'anno per affittare dei locali. Tutto a carico dei cittadini. O il tribunale di Chiavari appena inaugurato e già chiuso. E possiamo proseguire con i circa 70 milioni di euro che si continuano a spendere nel bilancio della giustizia per voci come le spese postali, altro che processo telematico. È un caos, eppure, si continua a parlare di riforma storica».
Nel deliberato l'OUA all’esito di intraprendere ogni opportuna azione al fine di tutelare il diritto alla giurisdizione anche mediante le seguenti iniziative avanza:
1) Richiesta di dimissioni immediate del Ministro;
2) Prosieguo nell’attività giurisdizionale pendente e valutazione di nuove, ulteriori e diverse azioni da in
traprendere;
3) Evocazione della Commissione di Giustizia Europea affinché valuti il comportamento assunto dal Ministero in ordine alla riforma della c.d. Geografia Giudiziaria;
4) Ricorso alla Corte dei Conti denunziando i danni erariali conseguenti all’applicazione della normativa di che trattasi;
5) Istituzione di una Commissione di inchiesta intesa al monitoraggio degli effetti, dei maggiori costi e dei ritardi certamente derivanti dall’applicazione della riforma, previa richiesta di sospensione della esecutorietà della legge;
6) Indizioni di pubbliche manifestazioni, locali e nazionali, con coinvolgimento dei cittadini e di quanti, direttamente e indirettamente, coinvolti dall’applicazione della riforma;
7) Dare ogni possibile sostegno alle iniziative referendarie per l’abrogazione del D.L.vo 148/2011;
8) Proporre a tutti gli Organi di rappresentanza istituzionale e politica dell’Avvocatura, a livello nazionale e territoriale, le dimissioni dalle rispettive cariche in mancanza di risposte urgenti da parte del Ministero.
«L’avvocatura è interprete di un forte disagio e di una grande preoccupazione per la tenuta stessa del sistema giustizia -
conclude Marino - e vista la drammatica situazione non possiamo che chiedere la sospensione immediata della pseudo riforma della geografia giudiziaria e le dimissioni del ministro Cancellieri, nonché l'intervento della Corte de Conti per gli evidenti elementi di spreco che sono emersi in questi mesi».

Roma, 13 settembre 2013
L'Assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura esprime il proprio disappunto per il comportamento tenuto dal Ministero della Giustizia dimostratosi sordo ed insensibile rispetto all'allarme denunciato dall'intera Avvocatura, da molti Magistrati seriamente impegnati nel loro lavoro giurisdizionale, da parlamentari, forze politiche ed esponenti delle comunità locali, da altri operatori del diritto, quali personale amministrativo e consulenti, i quali tutti hanno rappresentato il rischio di blocco delle attività giudiziarie con la entrata in vigore del D.L.vo 148/2011.
- Censura il Ministero della Giustizia per la totale cecità manifestata per le conseguenze negative che incolpevoli cittadini dovranno sopportare a causa dei problemi logistici che deriveranno dal trasferimento delle attività nelle sedi accorpanti.
- Censura il Ministero della Giustizia per l'ostinazione con la quale si rifiuta di prendere atto che le strutture giudiziarie non sono pronte per l'avvio della riforma, sicché concreto il rischio di paralisi, a partire dal 16 settembre, dell'intero sistema.
- Censura il Ministero della Giustizia per la protervia reiteratamente dimostrata nei confronti dei cittadini i quali, con tutte le proprie componenti, finanche religiose, hanno chiesto una maggiore ed attenta riflessione sulle conseguenze nefaste che la chiusura di quasi 1000 uffici Giudiziari sta comportando.
- Censura il Ministero della Giustizia per non avere rispettato i criteri dettati dallo stesso decreto legislativo n° 148/2011 ai fini dell'individuazione degli uffici sopprimendi.
- Censura il Ministero della Giustizia per avere escluso - e volontariamente eluso - ogni dialogo con l'Avvocatura e i rappresentanti Parlamentari a stigmatizzare il comportamento assunto dal Ministero in spregio alle regole della democrazia e della verità, ed assumere ogni iniziativa imposta dalla gravità della situazione.
- Invita i Magistrati tutti ad assumere un atteggiamento di maggiore consapevolezza in ordine agli effetti nefasti che comporterà la chiusura di uffici giudiziari (tempi mediamente più lunghi e costi maggiori del servizio giustizia, prescrizioni di reati, disagi ed oneri maggiori per il raggiungimento delle sedi di ufficio da parte di dipendenti ed utenti, oltre a tutte le altre, ulteriori conseguenze negative già evidenziate dall'OUA e dalle altre componenti dell'Avvocatura).
- Invita l'Avvocatura tutta a ESIGERE che a far data dal giorno 16 settembre, ferma l’astensione proclamata dall’Unione Nazionale delle Camere Penali, l'attività giurisdizionale riprenda normalmente in tutte le sedi denunciando eventuali rinvii per motivi di ufficio.
- DELIBERA all’esito di intraprendere ogni opportuna azione al fine di tutelare il diritto alla giurisdizione anche mediante le seguenti iniziative:
1) Richiesta di dimissioni immediate del Ministro;
2) Prosieguo nell’attività giurisdizionale pendente e valutazione di nuove, ulteriori e diverse azioni da intraprendere;
3) Evocazione della Commissione di Giustizia Europea affinché valuti il comportamento assunto dal Ministero in ordine alla riforma della c.d. Geografia Giudiziaria;
4) Ricorso alla Corte dei Conti denunziando i danni erariali conseguenti all’applicazione della normativa di che trattasi;
5) Istituzione di una Commissione di inchiesta intesa al monitoraggio degli effetti,
dei maggiori costi e dei ritardi certamente derivanti dall’applicazione della riforma, previa richiesta di sospensione della esecutorietà della legge;
6) Indizioni di pubbliche manifestazioni, locali e nazionali, con coinvolgimento dei cittadini e di quanti, direttamente e indirettamente, coinvolti dall’applicazione della riforma;
7) Dare ogni possibile sostegno alle iniziative referendarie per l’abrogazione del D.L.vo n° 148/2011;
8) Proporre a tutti gli Organi di rappresentanza istituzionale e politica dell’Avvocatura, a livello nazionale e territoriale, le dimissioni dalle rispettive cariche in mancanza di risposte urgenti da parte del Ministero.
Roma, 13 settembre 2013
Il Segretario (Avv. Paolo Maldari),  Il Presidente (Avv. Nicola Marino)

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