Ord. forense

ORD. FORENSE - Commissione Ue, i cittadini Ue scelgono i loro Avvocati in base alla "reputazione".

Reputazione degli Avvocati

(da www.cnf.it, NewsLetter n° 167 del 15.10.2013)

La reputazione, innanzitutto. E poi gli anni di esperienza. Solo dopo i criteri di scelta di un legale si basano sui compensi o sul paese nel quale è stata ottenuta la qualifica.
Questo vale senz’altro per i cittadini italiani; ma anche se si allarga la prospettiva ai 27 paesi dell’Unione europea, si conferma la tendenza a scegliere il proprio professionista di fiducia, compreso l’avvocato, in base alla reputazione.
Sono questi gli interessanti risultati emersi dall’Eurobarometer 398- Internal Market, promosso dalla Commissione europea e pubblicato lo scorso 2 ottobre.
Gli esperti della commissione Ue hanno intervistato oltre 27.500 cittadini Ue per testare alcune loro attitudini rispetto a vari aspetti del mercato unico.

 

Tra questi ultimi, è stato preso in considerazione quello relativo ai criteri con i quali i cittadini Ue scelgono alcune categorie di professionisti come gli avvocati, i commercialisti, gli architetti.
Ebbene, la metà dei cittadini intervistati ha dichiarato che è proprio la reputazione del professionista il dato rilevante che influenza la scelta (il 50%), dato che è considerato di gran lunga più importante che non il compenso (46%) e gli anni di esperienza (44%).
Solo il 30% ritiene che il Paese dove si è acquisita la qualifica sia rilevante.
Se queste sono le medie a livello europeo, il focus sui singoli Paesi evidenzia che in Italia i cittadini scelgono i loro professionisti di fiducia sulla base della reputazione (93%) e degli anni di esperienza (93%); solo dopo in base ai compensi (89%) e al Paese nel quale hanno ottenuto la qualifica (81%).
Peraltro la ricerca non spiega cosa si intende per reputazione e il CNF ha affidato all’Ufficio studi un'analisi al riguardo.

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(da www.europa.eu, 02.10.2013)

Commissione europea - Comunicato stampa - Bruxelles, 2 ottobre 2013

La Commissione europea e gli Stati membri esaminano gli ostacoli all'accesso alle professioni regolamentate

Oggi la Commissione europea ha adottato una comunicazione nella quale si annuncia l'inizio di una valutazione delle normative nazionali che disciplinano l'accesso alle professioni. Le professioni regolamentate sono quelle l'accesso alle quali è subordinato al possesso di qualifiche specifiche o per le quali l'uso di uno specifico titolo è protetto, come per esempio farmacisti o architetti. Queste restrizioni esistono per ottimi motivi, per esempio per proteggere il consumatore. Tuttavia condizioni di accesso troppo restrittive a talune professioni possono scoraggiare o addirittura dissuadere i giovani dall'entrare nel mercato del lavoro. I diversi regimi normativi possono rendere difficile a professionisti qualificati la presentazione di candidature per impieghi in altri Stati membri.

Migliorare l'accesso alle professioni, in particolare per mezzo di un ambiente normativo più adeguato e trasparente negli Stati membri, agevolerebbe la mobilità dei professionisti qualificati all'interno del mercato unico e la fornitura di servizi professionali transfrontalieri.
Potrebbe inoltre avere una ricaduta positiva sulla situazione occupazionale e sulla crescita economica, in particolare perché i soli servizi professionali rappresentano circa il 9% del PIL nell'Unione europea.

Al fine di restituire una rappresentazione più accurata degli ostacoli all'accesso e all'esercizio delle professioni regolamentate, oggi si pubblica anche una relazione sui risultati del riesame inter pares sulla forma giuridica e i requisiti in materia di partecipazioni azionarie condotto nell'ambito della direttiva sui servizi. Questi requisiti, che spesso si sommano alle barriere all'accesso alle professioni, possono ostacolare l'apertura di filiali e gli studi multidisciplinari.

Michel Barnier, commissario per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: "Nonostante i nostri sforzi, la mobilità dei professionisti all'interno dell'Unione europea è bassa. Le condizioni di accesso a talune professioni possono essere complesse, onerose e spesso molto disparate fra i diversi Stati membri. Questo scoraggia i lavoratori dal cercare e trovare un impiego in altri Stati membri. Sono convinto che la mappatura delle professioni regolamentate da parte degli Stati membri, seguita da una disamina e da una valutazione delle barriere all'accesso alle professioni, sarà un esercizio utile. Non si tratta di deregolamentare le professioni né di sanzionare gli Stati membri bensì piuttosto di garantire un migliore accesso ai servizi professionali rivedendo quali siano le strutture d'ingresso che promuovono meglio un sistema semplificato, adeguato, sicuro e trasparente”.

Elementi principali della comunicazione

La comunicazione di oggi attua quanto prescritto dalla direttiva riveduta sulle qualifiche professionali, una delle priorità dell'atto per il mercato unico I del 2011, e contempla innanzitutto un esercizio di trasparenza: ogni Stato membro deve trasmettere l'elenco delle professioni regolamentate, comprese quelle che lo sono a livello regionale. La Commissione pubblica allora tale elenco sotto forma di mappa europea che illustrerà tutte le professioni regolamentate per ciascun paese. Grazie a tale mappa un professionista che desideri lavorare in un altro Stato membro sarà in grado di sapere quali sono le condizioni poste da ciascun paese per il lavoro richiesto.

Le condizioni di accesso alle professioni possono essere molto diverse da uno Stato membro all'altro e spesso le ragioni alla base di tali differenze non sono ben chiare. Il processo avviato oggi invita in seconda battuta gli Stati membri a condurre nei prossimi due anni una valutazione reciproca delle rispettive barriere in essere che limitano l'accesso ad alcune professioni. Per la Commissione e le amministrazioni nazionali che partecipano alla reciproca valutazione si tratta di un piano di lavoro ambizioso. Durante questo esercizio saranno pienamente coinvolte le parti interessate, in particolare quelle che rappresentano i professionisti. Questo consentirà anche un dialogo fra gli Stati membri che si avvalgono di approcci diversi per esaminare l'impatto di tutti i tipi di restrizioni formali e informali sull'accesso alle attività professionali.

I risultati dello Speciale Eurobarometro "Mercato interno" (n. 398), anch'esso pubblicato oggi, forniscono un'indicazione circa la percezione dei consumatori in merito a queste tematiche. Quando si tratta di scegliere un fornitore di servizi, i cittadini dell'UE ritengono che oltre al possesso di qualifiche professionali specifiche siano molto importanti anche la reputazione e l'esperienza professionale.

Contesto

Le conclusioni del Consiglio europeo del 2 marzo 2012 avevano già identificato fra l'altro gli oneri sproporzionati insiti nell'accesso alle professioni regolamentate ed esortavano a rimuovere tali barriere normative ingiustificate nel Mercato unico. Il 14 giugno 2012 anche il Parlamento europeo si appellava alla Commissione per "individuare i settori in cui gli Stati membri bloccano in modo sproporzionato l'accesso alle professioni regolamentate".
In Portogallo, Polonia, Italia, Slovenia e Spagna sono già in corso importanti riforme volte ad agevolare l'accesso alle professioni regolamentate.
La questione è stata sollevata anche nelle raccomandazioni specifiche per alcuni Stati membri.

Nella sua comunicazione dell'8 giugno 2012 "Un partenariato per la nuova crescita nei servizi 2012-2015" (cfr. IP/12/587) la Commissione ha sottolineato l'importanza di modernizzare il quadro giuridico relativo ai servizi professionali e ha annunciato una comunicazione sulle professioni regolamentate.

La comunicazione di oggi darà il la all'attuazione dell'articolo 59 della direttiva riveduta sulle qualifiche professionali, una delle priorità dell'atto per il mercato unico I del 2011. Tale disposizione della direttiva, per la quale è stato raggiunto l'accordo politico in giugno (cfr. MEMO/13/552), impone a tutti gli Stati membri di riesaminare tutta la normativa nazionale che restringe l'accesso alle professioni e di avviare una reciproca valutazione.

La comunicazione si basa inoltre sui risultati di un seminario organizzato il 17 giugno 2013 con i ministri nazionali e le parti interessate che rappresentano le professioni.

Nel luglio 2012 il Consiglio ha approvato le raccomandazioni della Commissione a diversi Stati membri sull'esigenza di aprirsi ai servizi professionali per rafforzare le economie nazionali e la competitività. Nel 2013 le raccomandazioni sono state mantenute e addirittura estese per taluni Stati membri.



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