(da Obiettivosalutetv.it, ed. 07.12.2016)
Risponde l’Avvocato di Obiettivosalutetv Salvatore Frattallone del Foro di Padova e con Studio a Roma e a Modena (frattallone.it)
No, anzi nei tuoi confronti è stato commesso un illecito, che lede il diritto alla tutela della vita privata e la dignità della persona.
L’eventuale datore di lavoro può raccogliere solo informazioni indispensabili e non eccedenti rispetto alla finalità di accertare le tue attitudini professionali come candidata. É invece vietato chiederti notizie o accertamenti medici, indagare sulla sieropositività, sull’orientamento sessuale e, più in generale, sul tuo stato di salute. Non ti si può chiedere se soffri di qualche patologia cronica o psichiatrica. Tantomeno può esserti chiesto l’esame del DNA (per tumori o infarti o, in relazione alla produzione aziendale, per la vulnerabilità all’esposizione a sostanze nocive). Hai il diritto, anche se sei predisposta a malattie gravi o invalidanti, di essere assunta e lavorare senza subire discriminazioni, fino a che la malattia te lo consenta. La violazione del divieto è reato, anche se vi hai acconsentito. Se il colloquio selettivo è avvenuto presso un’agenzia per il lavoro o interinale, il Ministero del lavoro può sospenderle l’autorizzazione o l’accreditamento. Puoi chiedere che il giudice condanni il tuo futuro datore di lavoro al risarcimento danni (art. 15 D.L.vo n° 196/03).