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INTERNATIONAL TRADE - International Trade: doing business in Oman

A sud-est della penisola araba c’è un Paese a parte, “a country apart” com’é stato definito da “The Economist”. Il suo territorio sovrano e indipendente, che si estende per oltre 300.000 km², dal Mar Arabico al Golfo Persico e che confina con Emirati Arabi, Arabia Saudita e Yemen, è raggiungibile a tre sole ore di fuso dall’Italia (due con l'ora legale). Ma l’Oman è molto di più. In questo Paese asiatico, la cui la lingua ufficiale è l'arabo (ma nei cui centri urbani l'inglese è molto diffuso), basta il passaporto italiano perché il visto d'ingresso é rilasciato anche alla frontiera, dietro versamento di un esiguo importo, parametrato alla durata del soggiorno. Ma a fare impresa all’estero non ci si improvvisa. Lo scotto sarebbe troppo alto. A capo dei suoi quattro milioni di abitanti, c’è uno degli uomini più ricchi del mondo, Qaboos bin Said al Said.

Il Sultano dal 1970 ha tradotto la neutralità internazionale in un lusso, da garantire ad ogni costo al Paese, cui ha dato stabilità: con la sua linea moderata e non interventista, il monarca ha così evitato di prendere parte ad azioni militari comuni con altri stati del Golfo, ha preservato lo stato dalla guerra civile e dai conflitti che affliggono le nazioni limitrofe (dagli osservatori ritenute le crisi internazionali più complicate e pericolose degli ultimi tempi) e ha garantito pace e prosperità alla nazione, nel contempo mediando anche in seno all’ONU tra le confliggenti posizioni arabo-israeliane nonché svolgendo un ruolo chiave nell’accordo del 2015 tra statunitensi e iraniani sul nucleare. Le proficue relazioni economiche e i rapporti politici distesi con gli stati esteri (compresi la Siria di Bashar el-Assad e i ribelli yemeniti sciiti Huthi) hanno da sempre giovato a questa terra, originariamente persiana, dal 632 d.C. araba e fino al 1971 colonia di Sua Maestà britannica. Gli americano hanno una base nel Paese e una compagnia della Shell è la maggiore azionista della compagnia petrolifera nazionale, tanto che dal 2009 v’è un accordo di libero scambio con gli USA. Ma nell’Oman, nella capitale Muscat, non si trascurano gli incontri ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, focalizzati sull’agenda internazionale dell’energia. Alla stabilità nella regione fa da contraltare l’assenza di jihadisti e di attentati. Per un imprenditore che investa all'estero la "tranquillità" del luogo è fondamentale. Tra le varie componenti, non è secondario l'aspetto religioso: gli omaniti sono in prevalenza islamici ibaditi (ma non mancano sunniti, sciiti e minoranze induiste e cattoliche) che convivono in armonia anche con i non mussulmani, secondo i principi della tolleranza religiosa, dell’impedimento di conflitti e violenza e del rispetto degli altri punti di vista. Le aziende italiane si stanno attrezzando per la sfida dell’internazionalizzazione e lo Studio Frattallone & Partners law Firm - con le proprie competenze specialistiche nell’International Business Law e con un affiatato team di Partner, gli Studi Legali del “View net Legal” network e altri professionisti esterni, di concreto supporto alle imprese - è a fianco degli imprenditori che intendono dare valore alle relazioni internazionali e al commercio estero.

L’Oman è una Paese che ha una bimillenaria tradizione, anche del Paese nella gestione delle risorse idriche. In occasione dell’Expo 2015, aveva dedicato il padiglione alla sfruttamento d’ogni goccia d’acqua: il monsone estivo (khareef) che dall’Oceano Indiano alimenta l’antico sistema irriguo formato da una fitta rete di canali e dighe (aflaj) rappresenta la prima fonte idrica dell’Oman ed é uno dei Patrimoni dell’Unesco. E, come l’acqua e come gli ambienti marini, anche le risorse agricole rivestono un ruolo di primo piano, nell’economia omanita: il miele delle oasi, le nocciole, le palme da dattero e i roseti montani di Jebel Akhdar (essenziale per trarne l’acqua di rosa e il profumo) sono apprezzati in tutto il mondo, benché ancora poco conosciuti. La pesca è ancora basata su metodi tradizionali, ma é atto la fase di attuazione di un ambizioso progetto, per l’installazione d’una barriera corallina artificiale con materiale naturali, atta a favorire la formazione di calcificazioni e quindi di flora e fauna marina. Dall’Oman non si possono esportare coralli e uova di tartarughe sulle spiagge, ma neanche gioielli, mobili, prodotti artigianali antichi di particolare valore storico. Oltre a incredibili bellezze naturali e al turismo, il Paese vive anche di petrolio, gas e rame. Ma ciò che attende il Paese è il tempo delle riforme e dell’innovazione. Di recente l’economia dell’Oman è giunta a una svolta: negli ultimi tre anni c’è stata la creazione di migliaia di posti di lavoro, con aumento dei salari. Il sultanato “illuminato” dell’Oman ha insomma irradiato sinora benessere economico e sociale, essendo in atto una ciclopica opera di modernizzazione di un lembo di deserto e di litorale mozzafiato. L’Oman sta accelerando la diversificazione, anche con l’aiuto della finanza islamica (Bank Muscat). Le forniture per le raffinerie di greggio e il petrolchimico diventano oggi un dettaglio, ancorché importante.
Questa è la ragione principale per cui sta attraendo tanta attenzione dagli investitori esteri. Importanti gruppi italiani stanno concorrendo in molti nuovi progetti in Oman, anche nei settori delle infrastrutture, delle energie rinnovabili, delle ferrovie e della chimica. Anche perché la quota di mercato dell'export italiano è attualmente ancora pari soltanto al 2% (contro il 2,9% della Germania, ma con un incremento esponenziale del +54,6%, pari a 651,10 milioni di euro nel 20915: il rischio sul credito, del resto è appena al 40% e nel Paese, che ha avuto una crescita del pil del 3,5% rispetto all’anno precedente, si ottiene una sentenza in meno di due anni (fonte: Sace). Il “business climate ranking”, ovversia l’indice del Doing Business rispetto al contesto normativo-operativo nell’avvio e gestione di una attività economica, colloca l’Oman al 70° posto sui 189 Paesi considerati dalla Banca Mondiale. Tra i mercati di destinazione per l'export italiano, invece, l’Oman è al 68° posto. Per le esportazioni extraEU, tra l'altro, è un momento positivo: nello scorso mese di aprile 2016 le esportazioni verso i paesi extra europei sono risultate in crescita del 3,9% rispetto al marzo. Per saper come esportare al meglio il proprio know-how, fare business, creare sinergie e partnership, cogliere il momento opportuno per instaurare solide e proficue relazioni commerciali. Strategie per competere.

 

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