Privacy

PRIVACY - Roma 30.01.2017, Convegno "Big data e Privacy. La nuova geografia dei poteri".

Convegno Big data e privacy - Roma 30.01.2017

Big Data e Privacy. La nuova geografia dei poteri
Convegno organizzato dal Garante per la privacy in occasione della Giornata Europea della protezione dei dati personali 2017

In occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali, l'Autorità Garante promuove un convegno intitolato "Big Data e Privacy. La nuova geografia dei poteri" che si svolgerà a Roma il 30 gennaio nell' Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari. L'appuntamento - che è articolato in tre sessioni e a cui è stato invitato anche l'Avv. Salvatore Frattallone LL.M. - intende essere un momento di approfondimento e confronto sul tema dei Big Data, esaminati in termini di opportunità e rischi per la privacy delle persone in relazione a diversi contesti: il nuovo capitalismo digitale e i nuovi modelli di business, l'impatto dei Big Data sull'organizzazione sociale e i processi decisionali, le prospettive che essi aprono per l'intelligenza artificiale e la genomica. Una riflessione, quella che il convegno si propone, tesa anche a valutare  le conseguenze che l'uso massivo di informazioni personali ha sulla vita democratica e a ribadire l'importanza fondamentale che riveste la protezione dei dati personali come garanzia e presidio di libertà.  
Sul punto, il garante Antonello Soro aveva precisato, in un intervista rilasciata ad Altroconsumo.it in data 
11 maggio 2016, che "servono effettive garanzie e concrete misure di sicurezza". Così infatti il Garante privacy aveva risposto alla domanda "Big Data e privacy dei dati sulla salute: due mondi inconciliabili? Quali rischi?": 

«La crescente digitalizzazione di dati sanitari, se consente indiscutibili progressi grazie alle analisi dei big data, lascia intravedere rischi di vulnerabilità, considerato - peraltro - che rendere effettivamente anonimi questi dati e assai complesso. Tra i rischi, ad esempio, il fatto che le informazioni raccolte potrebbero avere un potenziale valore per le assicurazioni, che potrebbero usarle per negare una copertura o per aumentare il premio in caso di malattie prevedibili; queste informazioni potrebbero avere valore anche per i datori di lavoro, nel caso di selezione del personale o, addirittura, per le case farmaceutiche che potrebbero individuare specifiche patologie al fine di sperimentare sui soggetti selezionati nuovi farmaci. Ma rischi ancora più concreti, si pensi alle app, possono riguardare anche la sicurezza dei nostri dispositivi dal momento che queste possono, in alcuni casi, accedere alle rubriche telefoniche, alle nostre foto nonché sfruttare i sistemi di localizzazione». Richiesto poi di precisare se "Gli operatori (app, motori di ricerca, social) offrono sufficienti garanzie?" ha dichiarato: «Al momento, no. Assicurare un corretto utilizzo dei dati in tutto il loro percorso e molto difficile in contesti dove prevale l'asimmetria informativa (cioè in cui le informazioni sono in mano a una sola delle parti, gli operatori del settore ndr), in cui si moltipllcano e frammentano i soggetti che interagiscono e dove le informazioni vengono conservate nel cloud, ovvero in sistemi di archiviazione online. Proteggere i dati richiede maggiori responsabilità per coloro che li raccolgono e gestiscono, che devono andare ben oltre il rilascio di complessi moduli per richiedere il consenso o di verbose informative, in favore di effettive garanzie e concrete misure di sicurezza». Quanto al quesito "Le informazioni sulla nostra salute sono abbastanza tutelate con le app?", Soro ha fornito questi dati, rilevanti in materia sanitaria: «Nel nostro paese sono disponibili oltre 17mila applicazioni mediche di cui si sa poco. L'Autorità Garante della privacy, rispetto ad alcune di esse, ha compiuto nel 2014 un'indagine internazionale di verifica. Il quadro emerso e stato sconfortante per l'assenza di trasparenza - in merito ad esempio alla possibilità di cedere i dati a terzi - per la scarsa attenzione alla sicurezza dei sistemi, per l'accesso illecito ad alcune funzionalità dei dispositivi, come le rubriche». Infine, in ordine alla tematica del "Cosa manca e cosa dovrebbero fare istituzioni, aziende e utenti perché privacy e libertà siano sempre tutelati?", Il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha precisato «Le Autorità continueranno a vigilare contro ogni forma di uso distorto dei dati. Proprio al fine di rafforzare questo potere, il nuovo Regolamento Europeo (approvato a dicembre 2015, a cui i Paesi Ue dovranno adeguarsi nei prossimi due anni, ndr) ha esteso la tutela dei cittadini europei rispetto a tutte le società extraeuropee - ad esempio quelle che gestiscono i principali siti di ricerca su internet o i social network - che offrono, anche gratuitamente, beni o servizi in Europa. Dal canto loro, gli utenti non devono lasciarsi condizionare solo dalle molteplici e multiformi novità del mondo digitale, assumendo piuttosto atteggiamenti proattivi per gestire con prudenza i propri dati: limitare i cookies, modificare le impostazioni di default dei programmi, leggere - per quanto comunque complesse - le condizioni di utilizzo delle applicazioni». 

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GIORNATA EUROPEA DELLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

«BIG DATA E PRIVACY - LA NUOVA GEOGRAFIA DEI POTERI»

Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari
Via di Campo Marzio, 78 - Roma  

Programma
Apertura dei lavori - ore 9:15
Antonello Soro

Prima sessione - La nuova economia fondata sui dati
Franco Bernabè
Giulio Tremonti
Coordina: Augusta Iannini

Seconda sessione - Dal profilo dei consumatori al profilo dei cittadini
Ilvo Diamanti
Enrico Giovannini
Coordina: Licia Califano

Terza sessione - Le grandi sfide; open data, genomica e intelligenza artificiale 
Stefano Ceri
Diego Piacentini
Coordina: Giovanna Bianchi Clerici

Conclusioni - ore 12:15/12:30
Anna Finocchiaro Ministro per i rapporti con il Parlamento 

 

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