Resp. sanitaria

RESP. SANITARIA - StarBene, "Anche l'ostetrica risponde dei danni al neonato?".

StarBene n° 14 del 21.03.2017 - Articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone LL.M.

Sono prossima al parto e vorrei sapere se l’ostetrica è responsabile, alla pari del ginecologo, di un'eventuale sofferenza fetale, e come ne risponde.

(da StarBene n° 14 del 21.03.2017, rubrica: Sportello dei diritti del paziente, pag. 10) 

«L’ostetrica deve richiedere l'intervento del medico ogni qualvolta emergono fattori di rischio per la madre, ma anche se ci sono sospetti di sofferenza fetale, compresi quelli evidenziati dal monitoraggio cardiotocografico, che durante il travaglio tiene d'occhio il battito del cuore del piccolo e le contrazioni uterine», risponde Salvatore Frattallone LL.M., Avvocato del Foro di Padova. «Infatti,

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RESP. SANITARIA - StarBene, "Un medico mi ha curato dopo una rissa: è obbligato a denunciarmi?".

StarBene n° 13 del 14.03.2017 - Articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone LL.M.

Un medico mi ha curato dopo una rissa: è obbligato a denunciarmi? Mi ha visitato in un ospedale pubblico (ma come solvente) e cucito una ferita che mi sono procurato facendo a pugni. Deve segnalarmi alla polizia?

(da StarBene n° 13 del 14.03.2017, rubrica: Sportello dei diritti del paziente, pag. 10)

«No, il medico che ti ha curato ha agito come libero professionista e quindi, anche se ti ha visitato in un ospedale pubblico, non è obbligato a sporgere denuncia», risponde Salvatore Frattallone LL.M., Avvocato del Foro di Padova. «La rissa è un reato per il quale l’autorità giudiziaria procede d’ufficio (non occorre la denuncia-querela) e

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RESP. SANITARIA - StarBene, "In cura per attacchi di panico, sono finita a letto con lo psichiatra".

StarBene n° 12 del 07.03.2017 - Articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone LL.M.

In cura per attacchi di panico, ho intrecciato una relazione sessuale con il mio psicoterapeuta. Solo ora, dopo 4 mesi, mi sono resa conto di averlo fatto a causa della mia fragilità. Ma il medico, con il suo comportamento, ha violato la legge?

(da StarBene n° 12 del 07.03.2017, rubrica: Sportello dei diritti del paziente, pag. 10)

«Il comportamento dello psichiatra potrebbe a tutti gli effetti integrare il reato di violenza sessuale, punito dall’art. 609-bis, comma 2, del codice penale», risponde Salvatore Frattallone LL.M., Avvocato del Foro di Padova. «Infatti, in quanto psicoterapeuta, doveva sapere del cosiddetto 'transfert',

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RESP. SANITARIA - StarBene, "Attualità: se l'ospedale finisce su facebook".

StarBene n° 11 del 28.02.2017 - Articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone LL.M.

Se l'ospedale finisce su facebook. 
È permesso postare sui social scene di ordinaria vita in corsia? Lo fanno in tanti, ma i rischi sono elevati».

(da StarBene n° 11 del 28.02.2017, pag. 21, servizio di Ida Macchi)
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In caso di malasanità«Libertà di ripresa se video o immagini servono a dimostrare un caso di malasanità o un errore medico di cui si è stati vittima, o che ha coinvolto un parente o un amico e si vuol intentare una causa di risarcimento», chiarisce l'Avvocato Frattallone. «Il materiale, però, deve essere tassativamente consegnato all'autorità giudiziaria e se ne deve fare un uso pubblico. Con la stessa finalità, è possibile registrare anche i colloqui con i medici: non c'è nessun obbligo di informarli o di avere il loro consenso. La registrazione, consentita dall'articolo 5 del codice privacy, va poi utilizzata solo come prova per una causa, senza pubblicizzarla ai quattro venti».
C'è chi immortala con tablet o smartphone il medico in visita ai pazienti e posta il video su facebook. C'è chi filma persone ricoverate nei corridoi, o altre scene di presunta malasanità, e le fa girare su Instagram. È così che l’ospedale va in diretta. Tutto lecito? La Regione Lombardia ha deciso di imporre uno stop: a novembre scorso ha approvato alcune direttive e, a breve, negli ospedali lombardi apparirà un cartello che informerà i pazienti riguardo alle pratiche corrette in tema di registrazioni audio e video. Già, perché se non si sta più che attenti, si rischia grosso.  

Occhio ai "reportage"
Se non si vuole incorrere in sanzioni penali, niente post di medici o infermieri, mentre lavorano in ospedale «l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori stabilisce che è proibito controllare un lavoratore attraverso impianti audiovisivi o altre apparecchiature simili, compreso lo smartphone di un improvvisato cronista”  spiega Salvatore Frattallone, Avvocato del Foro di Padova, esperto di privacy e di responsabilità sanitaria. E se non si tratta di dipendenti della struttura? «Sulle pagina dei social visibile a tutti è proibito postare foto o riprese che ritraggono ignari protagonisti del “reportage”: pazienti in coda per il ritiro dei referti, o in attesa al pronto soccorso, per esempio. Nessun divieto, invece, di pubblicarle sulla pagina di un gruppo Facebook “chiuso o segreto”», continua l'avvocato. «Attenzione, però, se le immagini vengono associate a commenti pesanti, magari nei confronti di un medico o dell’ospedale, scatta il reato di diffamazione che ricade anche su chi aggiunge ulteriori commenti denigratori, su chi condivide il post e lo gira sulle pagine Facebook dei proprio amici e addirittura su chi clicca un semplice Mi Piace”».  

Via libera ai selfie
I selfie sono ammessi, anche se scattati nel letto di degenza o in corsia, magari per esibire una ferita appena suturata, una gamba ingessata, o i sensori dell’elettrocardiogramma fissati al petto. «“Le immagini, però, non devono essere lesive per il buon costume” (tassativo quindi un po’ di bon ton) e, anche in questo caso, “senza alcun commento pesante verso medici , infermieri & co. Altrimenti si ricadere nuovamente nel reato di diffamazione che, in questo caso, è aggravato dal fatto che le offese, avvalendosi della piazza virtuale dei social, viaggiano sull’onda di un vero e proprio tam tam mediatico», chiarisce l'avvocato. 

Niente bollettini medici on line
«È vietato anche pubblicare informazioni sullo stato di salute di un paziente, comprese quelle di un parente stretto: lo si può fare solo se il diretto interessato dà un consenso scritto alla divulgazione sui social del suo bollettino medico», avverte l'esperto.

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RESP. SANITARIA - StarBene, "Il ginecologo non mi ha fatto fare il test che chiedevo".

StarBene n° 11 del 28.02.2017 - Articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone LL.M.

Lo specialista ha detto che l'esame per le malattie cromosomiche era inutile. Mia figlia, invece, è nata con una grave sindrome. Che cosa posso fare?

(da StarBene n° 11 del 28.02.2017, rubrica: Sportello dei diritti del paziente, pag. 12)

«Puoi ottenere un risarcimento del danno, citando in giudizio il medico che non ha ritenuto necessario effettuare il test», risponde Salvatore Frattallone LL.M., Avvocato del Foro di Padova. «Non esistono cure per le anomalie cromosomiche (come, per esempio, la trisomia 21, o sindrome di Down), ma se risulta che il feto ne è affetto, per legge è possibile

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