RESP. SANITARIA - StarBene, "In cura per attacchi di panico, sono finita a letto con lo psichiatra".
In cura per attacchi di panico, ho intrecciato una relazione sessuale con il mio psicoterapeuta. Solo ora, dopo 4 mesi, mi sono resa conto di averlo fatto a causa della mia fragilità. Ma il medico, con il suo comportamento, ha violato la legge?
(da StarBene n° 12 del 07.03.2017, rubrica: Sportello dei diritti del paziente, pag. 10)
«Il comportamento dello psichiatra potrebbe a tutti gli effetti integrare il reato di violenza sessuale, punito dall’art. 609-bis, comma 2, del codice penale», risponde Salvatore Frattallone LL.M., Avvocato del Foro di Padova. «Infatti, in quanto psicoterapeuta, doveva sapere del cosiddetto 'transfert',
ovvero quel fenomeno per cui, nel contesto di un trattamento analitico, è possibile che nei confronti del terapeuta si verifichi la proiezione di sentimenti e di emozioni già vissuti dal paziente nel passato. È inoltre verosimile che la situazione di 'dipendenza' che si è venuta a creare sia proprio la conseguenza di un tuo momento di vulnerabilità e d’inferiorità psicologica (dato che dovrà essere accertato in giudizio). Lo psichiatra è tenuto al rispetto del Codice deontologico dei medici che, all’art. 32, impone proprio la tutela della persona in condizioni di vulnerabilità psico-fisica. Se lo ritieni, puoi quindi presentare una querela alla competente autorità giudiziaria per il reato di violenza sessuale: il termine è di sei mesi dalla commissione del fatto. Ma se lo psichiatra lavora all’interno di una pubblica amministrazione (una Asl, ad esempio) il delitto è procedibile d’ufficio e quindi anche se tale termine è decorso. Poi, se il medico verrà tratto a giudizio, potrai costituirti parte civile nel processo per ottenere il risarcimento danni».