RESP. SANITARIA - StarBene, "Il chirurgo mi ha sottratto gli ovociti".
Li ha rimossi durante l'asportazione di una cisti ovarica per impiantarli in altre sue pazienti della clinica. Ha commesso un furto?
(da Starbene n° 28 del 27.06.2017, pag. 10)
«Il delitto di furto si configura quando una persona si impadronisce di una cosa mobile altrui, sottraendogliela. Anche la rapina si configura come l'impossessamento di una cosa mobile altrui, compiuto però mediante violenza e minaccia al fine di procurarsi un ingiusto profitto. Dunque, apparentemente», spiega Salvatore Frattallone, Avvocato LL.M. del Foro di Padova,
«il medico che ti ha sottratto gli ovociti senza il tuo consenso avrebbe compiuto un furto. Tuttavia la Corte di Cassazione, in una sua recente pronuncia, ha ribadito che le parti del corpo umano (come appunto gli ovociti) non possono essere considerate "cose mobili" finché la persona è in vita o quanto meno fino a quando non vengano separate dal corpo (Cass. Pen. 39541/2016). Per questa ragione, la condotta del chirurgo potrà essere ricondotta, più correttamente, al reato di "delitto di lesione personale aggravata", per la quale il medico dovrà rispondere sia in sede civile, risarcendoti il danno subito, sia in sede penale. Inoltre, l'intenzione di utilizzare gli ovuli per ulteriori impianti nell'esercizio della sua attività, se dimostrabile in tribunale, può costituire un tentativo del grave reato (secondo comma dell'art. 648-ter c.p.) di "impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita", che è una forma di riciclaggio di proventi illeciti. Con ulteriori, pesanti responsabilità».