Publié par Avv. Salvatore Frattallone. Publié dans Penale
La sera del 08 marzo 2016 l'Avv. Salvatore Frattallone è stato ospite alla trasmissione televisiva «Tv7 Con Voi - Speciale sera», condotta da Elena Cognito e andata in onda, alle ore 21, sul canale 12 e visibile altresì in diretta streaming. La puntata è stata interamente dedicata alla discriminazione fondata sul genere, che si verificano anche nel luogo di lavoro, nonché ai fatti di violenza sulle donne (stalking, in primo luogo), che spessissimo avvengono tra le mura domestiche o che sono comunque attribuibili all'ex-partner o, addirittura, che hanno per vittime minori degli anni 16. Si è discusso anche della legittimità dell'autodifesa e anche del senso di isolamento e di distacco che accompagnano coloro che sono colpite da simile attacchi criminali.
Durante il telegiornale di TV7, peraltro, è stata anche trasmessa un'intervista al penalista, sul tema delle misure di protezione che un magistrato, su richiesta della persona offesa che abbia sporto una circostanziata querela, può adottare a carico del responsabile degli atti persecutori, come pure dell'ammonimento prefettizio, atto a ridurre drasticamente il rischio del reiterarsi del delitto, nel contempo evitando che sin dall'inizio si proceda in sede penale. Ciò che serve, in ogni caso, è maggior attenzione da parte delle Procure della Repubblica alle denunce sporte nonché un profondo cambiamento culturale, che porti, da un lato, a far maturare la consapevolezza di dover rispettaro l'altro e, dall'altro, a portare a censurare sempre il comportamento del reo, nonché a evidenziare la necessità di tutelarsi in sede giudiziaria, in una con un adeguato supporto psicologico, anziché rinunciare a rendere noti i reiterati soprusi e le sopraffazioni, le violenze fisiche e/o psicologiche e le minacce I social network, del resto, hanno aumentato in modo esponenziale la capacità pervasiva di controllo da parte del persecutore, che può vedere quando il suo bersaglio è collegato al web, quali sono i suoi contatti, chi i suoi amici e quali i momenti e i luoghi del quotidiano. Il reato commesso tramite il web, inoltre, allontana la percezione dell'antigiuridicità della condotta del persecutore telematico, animato (e ossessionato) soltanto dal malsano desidero di trasformare l'altra persona in oggetto del suo possesso. Clicca qui o sull'immagine per vedere il video su youtube.
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- Al centro del dibattito la legittima difesa e il nuovo arresto effettuato il 22.02.2016 dai carabinieri in flagranza di reato per furto mediante effrazione della porta d'accesso di una baita nel vicentino (e relativa ovvia scarcerazione immediata, col solo obbligo della presenza nella dimora nelle ore notturne, a dispetto della custodia cautelare in carcere chiesta al GIP dal PM) dello straniero che, con un altro complice rom, il 13.06.2006 entrò nella ricicleria di #ermesmattielli per svaligiarla, volendo portar via un carico di rame appena prelevato nel deposito: ora costui risulta incensurato, sia perché nel 2009 venne accusato di un furto ma la vicenda fu archiviata (perché la vittima rinunciò alla denuncia), sia perché i tempi della giustizia hanno bloccato il processo del tentato furto al commerciante Mattielli e il delitto a dieci anni dal fatto si è prescritto in Corte di Appello (non risultando alcuna condanna definitiva nei suoi confronti, nonostante il processo in primo grado avesse portato alla sua condanna a quattro mesi). Per aver cercato di difendere la sua proprietà, la persona offesa Ermes Mattielli venne condannato da solerti giudici, dapprima per lesioni colpose, a 1 anno di reclusione ma poi, ritenuta troppo blanda la pena e il reato ascrittogli, la Corte d'Appello di Venezia nel 2012 restituì gli atti al Tribunale di Vicenza e fu celebrato a suo carico un nuovo processo, conclusosi con la condanna a 5 anni e 4 mesi di galera, ma altresì a pagare il relativo risarcimento dei danni (provvisionale di € 135.000,00) ai nomadi ai quali aveva sparato, ferendoli con 14 colpi di pistola dopo che i due malviventi, una volta scoperti, avevano cercato di darsi alla fuga: si disse, all'epoca, non si è trattato di difesa legittima. Dopo la pesante sentenza di duplice condanna a proprio carico, Ermes morì d'infarto il 5 novembre 2015. «Negli ultimi tre anni avrò subito venti furti - dichiarò il rigattiere nel giugno del 2006, all'indomani di quel tentato furto subìto, che gli sarebbe poi costato la condanna per tentato omicidio. «Non ce la facevo più, quando li ho visti stavolta ho reagito. Mi hanno aggredito e ho sparato. Ero disperato: avevo già subito numerosi furti. Quando me li sono visti venire contro, ho avuto paura ed ho premuto il grilletto». Ma è forse vero quanto dichiarò Mattielli, invalido civile, ai giornalisti «In Italia si tutelano i ladri, mica gli onesti»? Una situazione kafkiana. I cittadini sono sicuri dagli attacchi della "microcriminalità"? Nei lestofanti sta maturando la consapevolezza di restare "impunibili"? Ma oggetto del dibattito anche altri temi "caldi".
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