International Trade - Roma, 30.10.2018: 'La Serbia, un Paese dalle grandi opportunità'
- DOING BUSINESS IN SERBIA
Si è tenuto oggi a Roma, presso l'Università degli studi Guglielmo Marconi nel prestigioso Palazzo Simonetti Odescalchi, un interessante focus dedicato all'internazionalizzazione delle imprese italiane in Serbia, Paese che gode di una invidiabile posizione geograficamente strategica. La Serbia è ritornata all'originaria autonomia e indipendenza risalenti al 1918, con ratifica dal parlamento serbo del 2006.
L'apertura dei lavori è stata affidata a S.E. l’Ambasciatore di Serbia in Italia, Goran Aleksic, alla cui relazione ha fatto seguito quella del Coordinatore per il Sostegno alle Imprese italiane del M.A.E.C.I., Consigliere Vincenzo Ercole Salazar Sarsfield. Tra gli invitati dell'ente organizzatore anche l’Avvocato Cassazionista Salvatore Frattallone LL.M. del Foro di Padova, specialista in commercio internazionale e Presidente del Distretto Lagunare NordEst AEREC (l'Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali) nonché Chairman del network forense View net Legal, con Studio a Roma e reduce da una recentissima trasferta a Skopie, in Macedonia del Nord, nei Balcani.
Il Cons. Vincenzo Ercole della farnesina ha richiamato l'attenzione degli imprenditori sull'interesse strategico italiano per i Paesi dei Balcani centrali (l'Italia infatti ha promosso il vertice di Trieste 2017), in cui la Serbia è un player importante. L'Ambasciatore serbo ha illustrato la situazione di costante crescita del suo Paese (al 4,8% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente), il quale è tra le nazioni che vantano una crescita nel settore Ict del 20% all’anno ed è l'area economica trainante (tra l'altro, agenda digitale serba, che è forte della creazione di app e cloud, prevede a breve l'abolizione del roaming). V'è un accordo strategico con italia e, inoltre, la Serbia dispone di un mercato aperto incredibilmente ampio (circa 800 milioni di persone), forte di ben 14 zone franche, che consentono di esportare senza dazi verso la Bielorussia, il Kazakistan, la Russia ed altri Paesi con cui la Serbia ha firmato importanti accordi per l’esenzione all'esportazione. In Serbia c'è un ottimo rapporto qualità/prezzo per il costo del lavoro e molte sono le società italiane che hanno già aperto in quel Paese, che ha l'iva al 20% e un imposta sugli utili al 15%: ora è la volta delle micro e delle p.m.i., interessate ai settori auto, vestiti, prodotti di metallo, scarpe, filati e tessuti. Sussistono, dunque, evidenti ragioni per sviluppare il business dall'Italia e per facilitare l'importazione di attezzature, anche perché la Serbia ha stretto alleanze commerciali con gli Stati Uniti ma anche con la Turchia, per il libero scambio.
Le imprese italiane che decidono d'investire in Serbia devono sapere che lì possono detenere il 51% delle azioni in mano italiana, come riconosciuto dagli altri Paesi dell'Unione, senza dover cedere la maggioranza al capitale locale.
Il Ceo di Greenhill Advisory, Francesco Marcolini, ha informato i presenti degli strumenti IPA (Instrument of Preaccession Assistance), riservati sino al 2020 dall'EU alle nazioni che hanno in corso, come la Serbia, i negoziati per la pre-'adesione all'Unione Europea, i quali costituiscono formidabili incentivi per le aziende del Bel Paese che vengono offerti dal Governo Serbo, oltre ai finanziamenti per infrastrutture o servizi previsti dal Programma Europeo IPA e alle aggiudicazioni di appalti tramite bandi internazionali di non facile individuazione con gli usuali strumenti telematici.
I fondi IPA invero, destinati in un prossimo futuro ad essere sostituiti dai c.d. Fondi Strutturali (una volta che vi sarà stato l'ingresso formale in EU), rappresentano formidabili occasioni per l'imprenditore nostrano per accedere, in modo indiretto (cioè attraverso le istituzione serbe), alle varie forme di cooperazione transfrontaliera.
IPA, inoltre, stanzia anche fondi in favore di WBIF (ovverosia del Western Balkan Investment Framework), che - d'intesa con Ue e istituzioni finanziarie internazionali, oltre a donazioni unilaterali (tra cui quelle del governo italiano e di Paesi dei balcani Occidentali) - sovvenziona opere nei settori energia, ambiente, trasporti, sviluppo del settore privato, finanziando progetti infrastrutturali e investimenti.
Con i fondi IPA 2018, l'UE ha aumentato in modo consistente la dotazione di bilancio della Serbia.
Sace e SIMEST - che sono parte del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e che propongono soluzioni finanziarie tailored made ad oltre 20.000 poi in oltre 198 Paesi e che assicura il credito e la liquidità nelle operazioni cross-border, anche tramite credito bancario a condizioni agevolate e che, a richiesta del privato, possono prendere parte a partecipazioni azionarie nel capitale sociale in modo temporaneo e con quota di minoranza, sino al 49% della società partecipata, col Fondo Venture Capital (FVC) - possono essere parte integrante del sostegno alle imprese italiane che intendono essere presenti da protagoniste sul mercato della Serbia (ove già è attiva per il 15% degli investimenti).
Il Presidente della Commissione Sviluppo Economico (XI, Attività Produttive) della Consiglio regionale del Lazio, Massimiliano Maselli, ha infine annunciato che sono in corso di discussione sia un primo bando per favorire l'internazionalizzazione (dopo quello oramai del 2012), sia per il secondo bando per i “contratti di rete” allo scopo di consentire a micro/pmi di reperire risorse sufficienti per affrontare le sfide dei mercati esteri.