Resp. sanitaria

RESPONSABILITÀ SANITARIA - Starbene, "Mi è stato asportato l'utero senza il mio consenso. Ma il medico poteva farlo?".

Starbene n° 19 del 02 Maggio 2016 - Articolo dell'Avv. Salvatore Frattallone

Sono entrata in ospedale per una laparoscopia esplorativa perché avevo mestruazioni dolorose e emorragiche. Il chirurgo ha deciso di asportarmi l’utero, vista anche la mia età (46 anni). Io non avevo dato il consenso a questo tipo di intervento e ora, anche se non ho più dolori, sono alle prese con una menopausa chirurgica che mi sta rovinando la vita. Il medico poteva decidere al mio posto? 

(in Starbene, n° 19 del 02.05.2016, Sportello dei diritti del paziente) 

«Di regola, il medico non può, salvi i casi di trattamento sanitario obbligatorio, decidere al posto del paziente, che deve esprimere il suo consenso informato», risponde Salvatore Frattallone, Avvocato del Foro di Padova. «Lo prevede anche l’articolo 35 del codice etico,

per salvaguardare il diritto all’autodeterminazione e la libera scelta da parte del malato di accettare o meno un trattamento sanitario, dopo essere stato informato dei rischi e delle sue conseguenze (Cass. Civ., Sez. III, Sent. n° 19220/2013).
Il paziente, come nel tuo caso, potrebbe deliberatamente decidere di non voler subire l'asportazione chirurgica, anche se risolutiva per il suo problema. Inoltre, per essere valido, il consenso dev’essere completo, effettivo, specifico e attuale. Diversamente, il trattamento medico-chirurgico è arbitrario, con conseguenze risarcitorie e penali (Cass. Pen., Sez. IV, n° 2347/2014). La Cassazione ha stabilito che un intervento svolto senza consenso informato non autolegittima il comportamento del medico. Ha introdotto però una distinzione basata sul risultato dell’operazione: se l’esito è positivo, nessun rimprovero può essere mosso al medico che abbia rispettato protocolli e linee guida, mentre se è infausto, risponde di lesioni personali od omicidio colposi. Nel tuo caso, l’intervento chirurgico ha eliminato i dolori e non puoi sollevare censure al sanitario».

 

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