RESPONSABILITÀ SANITARIA - "Un mio collega si è fatto fare certificati da un medico convenzionato col ssn per giustificare le sue assenze da lavoro".
Un mio collega ha presentato un certificato da cui risulta affetto da sindrome ansioso-depressiva, mentre in realtà è sano come un pesce. Lui sostiene che non avrà problemi perché il certificato è stato stilato da un medico convenzionato col s.s.n. e non in servizio in un ospedale pubblico. Ma é vero?
(da StarBene n° 3 del 03.01.2017, rubrica: Sportello dei diritti del paziente, pag. 12)
«No: se il certificato è falso, il tuo collega risponde sia del delitto di falso ideologico, come istigatore in concorso col medico, sia di truffa aggravata verso il datore di lavoro», spiega Salvatore Frattallone, Avvocato del Foro di Padova.
«E’ irrilevante che il certificato non sia destinato a ottenere prestazioni terapeutiche o assistenziali, pensioni, rimborsi o premi assicurativi. Se il certificato fasullo è rilasciato su carta intestata di uno studio medico privato, sussiste il reato di falso proprio perché stilato da una persona che, pur esercitando una professione sanitaria di utilità pubblica, attesta cose non vere. Il delitto di falso si associa poi con il reato di truffa (art. 640 c.p.) perché il certificato è utilizzato in modo fraudolento dal lavoratore per percepire regolarmente lo stipendio. Inoltre, il fatto di aver raggirato il datore di lavoro sulle sue condizioni di salute è aggravato dall'esistenza di un rapporto di fiducia e di collaborazione. In caso di condanna, questo dato comporta l’aumento di un terzo della pena (art. 61, n° 11 c.p.)».